Per chi non lo sapesse la nostra scuola è dotata di uno sportello psicologico. Ho chiesto al responsabile di questo servizio, il Dott. Aquino del COSPES di Arese, di scrivere un pezzo per questo blog al fine di spiegare a grandi e piccoli qual'è il significato della sua presenza all'interno di un istituto.
Buona lettura!
Sei pazzo se non ci vai!
Prima c’è solo -e per fortuna!- la culla protettiva della casa e della famiglia.
A scuola il bambino incontra un mondo nuovo, con orari e spazi del tutto inconsueti, attività mai svolte prima che apriranno la strada a grandi obiettivi, e soprattutto con persone nuove, sia compagni che docenti, con le quali rapportarsi e confrontarsi, e che con il tempo diventeranno figure significative per la propria vita.
Per questo motivo, la scuola rappresenta oltre al luogo privilegiato in cui mostrare le proprie risorse, anche l’ambito in cui possono emergere le difficoltà personali e possono comparire i primi insuccessi, sia sotto l’aspetto didattico che sotto l’aspetto psicologico e relazionale.
È un processo naturale come quello di sbucciarsi il ginocchio quando si cade sull’asfalto.
È necessario dunque offrire un sostegno attento, competente ed efficace, non solo ai minori, ma a tutti gli adulti (genitori, maestri, professori, educatori) che si occupano della loro crescita e della loro formazione.
Non è un caso il fatto che si stiano diffondendo ormai in tutte le scuole gli sportelli d’ascolto, nei quali è possibile trovare persone competenti -gli psicologi scolastici- che si rendono disponibili a dare una consulenza e ad intervenire su qualsiasi problema, non solo di ordine didattico.
Per i più piccini le modalità di intervento risultano meno invasive, attraverso osservazioni in classe e colloqui con gli adulti di riferimento.
Invece, per i più grandi –per i quali si privilegia il contesto privato dei colloqui e dei lavori individuali- è necessario un briciolo di motivazione personale.
Tuttavia, il dubbio si insinua sempre nelle coscienze dei nostri ragazzi…
…“Cosa ci vado a fare? Non sono mica pazzo”…
È questo che ripetono in continuazione al fine di evitare imposizioni, fatiche, imbarazzi, tutte minacce alla propria autostima e alla propria identità, appellandosi a pregiudizi forse un po’ troppo ingenui di origine hollywodiana che ritraggono lo psicologo solo come quella figura professionale che cura i malati mentali.
Bè, una cosa più stupida e soprattutto più sbagliata di questa non l’ho mai sentita!...
Non si va allo sportello d’ascolto per curarsi da malattie inguaribili, ma semplicemente per migliorare la propria vita scolastica, sia che si tratti di difficoltà nell’organizzare lo studio, nel concentrarsi, nell’affrontare verifiche ed interrogazioni, sia che si tratti di problemi di rapporto nei confronti di compagni, professori, genitori.
E chi ritiene sbagliato esporre e mostrare le proprie difficoltà ad uno sconosciuto, dovrebbe riflettere sul fatto che lo sportello rappresenta il modo migliore per affrontarle senza rivelare segreti e cose personali a persone indesiderate, e soprattutto che lo psicologo può dare consigli che non sono influenzati da pregiudizi e preconcetti che possono ostacolare l’instaurarsi di un rapporto di fiducia serio e costruttivo.
Innanzitutto, è necessario ribadire alcune cose.
Lo psicologo ascolta senza giudicare.
Lo psicologo non necessariamente entra nei fatti privati di una persona.
Lo psicologo non fa il lavaggio del cervello.
Lo psicologo si confronta e favorisce una discussione costruttiva.
Lo psicologo dà consigli e non obblighi.
In secondo luogo, per rivolgersi allo sportello è necessaria una buona miscela di intelligenza, umiltà e fiducia.
L’intelligenza per individuare e capire se c’è un problema, e per avere il coraggio di mettersi in discussione.
L’umiltà per capire che i problemi non si possono affrontare da soli.
La fiducia per poter utilizzare tutte le risorse disponibili al fine di garantire un lavoro valido, utile ed efficace.
Certamente ci vuole un piccolo sforzo per mettersi in gioco.
Del resto chi non si pone domande non avrà mai le risposte, non risolverà mai i suoi problemi, non potrà crescere in pace e tranquillità, e soprattutto non riuscirà mai fino in fondo a godersi la vita.
In tutto questo c’è solo da guadagnare.
Per questo motivo, a tutti quei ragazzi che hanno ancora dubbi a proposito, oserei soltanto dire…
…“sei pazzo se non ci vai!”
Dott. Aquino Andrea
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