mercoledì 17 febbraio 2010

Sonorizzazione di una favola: fase finale

Terminate le registrazioni della realizzazione della sonorizzazione delle favole della classe 1C. I rumoristi, con la collaborazione del Prof. Redaelli Marco, e i lettori, con il supporto del Preside, hanno completato le loro performance. Durante la prossima settimana prenderà inizio la fase di montaggio sonoro che si completerà entro al fine del mese di Febbraio.  
A completare il prodotto finale verrà aggiunto un filmato, anch'esso in lavorazione, sul "making of" del progetto.
Stay Tuned!

lunedì 15 febbraio 2010

Veicolare

To all my peeps (students) I am happy for this moment of expressing my very, very conditional love for all of you . The wonderful Veicolare program can be difficult sometimes. More homework (I doubt this), more studying and even less of a social life. "mom why can't I chat for four hours like tommy?". 
Your other friends probably make fun of you and your bigger brother still punches in your face. Your mom wants you to translate a 50 page legal Italian document into English and your cousin in America still is incomprehensible. Does life still suck?,  yeah it still does. 

As you start and finish this strange adventure of Veicolare
you go through three phases. Let me explain them accordingly:

1^ media you have no idea where you are. Lost, confused and let's admit it you haven't even realised that you bring paper to school. "Yeah we get to colour again and have 4 hour recesses (intervallo)" sorry you are not in 6^ elementare. It's called Media. You think that all of your Veicolare teachers are crazy and too demanding. (like writing your name on homework). For the first three days of school you are angels the rest of the next three years;  monsters!


In 2^ you realize God gave you a brain and sometimes you even dare to use it. You realise you are no longer the small fish and you begin to be confident. Once in awhile you realise that school means to study and when this strange act happens you become uncontrollable. You want the world to know of such divine acts, you even tell me strange things like "Prof I studied"  WOW, YOU DID? CALL BERLUSCONI, CALL THE POPE!!!!!!!!     let's calm down a little bit. I hate to tell you this but you are a student and someone call me crazy but students Study.


In 3^ you realize you know everything there is to know about english (even more than me, and quite frankly thats impossible. Only Chuck Norris knows more than me! (If you don't believe me ask chuck norris) You no longer study and your over-confidence destroys all hope of progression. You think you are the coolest people in the whole world. "I'm veicolare I know everything ahahahah you guys are losers"     Unfortunately you are wrong but we've been telling that to you since 1^ media. Yes, you might know how to say your name and what colour your dog is. Maybe you think you deserve a cookie! I don't think so. You are expected to know more and YOU know it. Never settle for less!


You might ask yourself why Superman. (Well he used to be a student of mine.) Veicolare is like being Superman. On the outside your portray an average person. Maybe even looking like a nerd or even sfigato.(bad Italian) but underneath you have a deadly weapon. Your secret costumeYour greatest enemy is kryptonite. Your secret costume is your ability to communicate in a foreign language that must shine. This is no easy achievement; don't get too excited yet. No one knows your secret strengths except you. It could be your passion to learn or your motivation to always improve. The ability to learn grammar and apply them. To listen and respond with great ease.

If I good give you some advice it would be to practice your language as much as possible, study it, live it even dream it! Push yourself to the limit where you will see the fruits of your labor. Your kryptonite is your laziness and over confidence. Like all of us the key to learning a language is to overcome pride and welcome humility. Knowing you WILL make mistakes regardless what your classmates say or think. You all have the ability to do great things with your language capabilities. Communication is one of the greatest tools in human life. Wars and divorces to treaties and friendships, all these are formed around communication. Let this short experience of learning a new language increase your character to new limits. Encourage patience, tollerance and self-gratification.

A special note to 3^ this will be the last year that you are all together. Whether you like it or not enjoy this experience to the maximum. English is Easy...Easy peasy

Prof. Kone

venerdì 12 febbraio 2010

Da una linea spezzata....

....sono nati questi lavori!

Prof.sa Antonietti

 


 

Lavori di allievi della classi prime.

giovedì 11 febbraio 2010

La mela d'argento


Per la buona notte, gustatevi questa bella fiaba di un allievo di 1C

Prof.sa Sala

LA MELA D’ARGENTO

C’era una volta un paese di nome “Fruit-land” conosciuto da tutti per il suo piccolo e meraviglioso bosco ricco di alberi da frutto. Il vecchio proprietario del bosco aveva piantato, fatto crescere e curato questi alberi tutto da solo utilizzando dei semi magici ricevuti da uno stregone. Si trovavano infatti frutti stranissimi e mai visti: pere a forma di orsetto dal gusto dolcissimo, ciliege gialle enormi e pesche dal nocciolo commestibile.
Al centro del bosco c’era un albero recintato che si distingueva dagli altri perché aveva sui suoi rami delle mele d’oro cosi belle da far incantare chiunque le vedesse. Vicino al melo vi era però un grosso cartello con scritto:

 POTETE RACCOGLIERE TUTTI I FRUTTI DI QUESTO BOSCO, MA  ASSOLUTAMENTE NON RACCOGLIETE LE  MELE D’oro” .

Un giorno, un cavaliere, passeggiando per il paese di Fruit-Land, in cerca del regalo di anniversario per la sua dama, si imbatté nel bosco. Rimase affascinato da tutti questi alberi profumati e coloratissimi, ma appena vide il melo non poté resistere alla tentazione di cogliere un frutto d’oro. 
Subito dopo aver strappato la mela dall’albero, un bagliore lo colpì, e improvvisamente si trovò trasformato in una mela d’argento posta sul ramo più alto.
Alla sera di quel giorno il proprietario si recò, come era solito fare, nel suo bosco, per dare da bere ai suoi alberi e per vedere se qualcuno aveva trasgredito la sua regola. Infatti sapeva che se le mele d’oro erano aumentate significava che qualcuno aveva disobbedito e si era quindi trasformato in una mela. Non gli era mia capitato però di vedere una mela d’argento.
Decise così di andare a consultare lo stregone che gli aveva donato i semi e farsi spiegare cosa fosse successo. Lo stregone gli spiegò che soltanto le persone avide di ricchezza si trasformavano in mele d’oro. Chi si trasformava in una mela d’argento non poteva essere una persona cattiva, ma si trattava di una persona buona che aveva sbagliato. Infatti il cavaliere non voleva rubare la mela per sé, ma voleva semplicemente rendere felice la sua amata.
Così lo stregone e il proprietario decisero di sciogliere l’incantesimo, il cavaliere si scusò con il proprietario, lui lo perdonò e gli preparò una cesta piena di splendidi frutti da regalare alla sua dama.

Un allievo di 1C

mercoledì 10 febbraio 2010

Il giorno del Ricordo


Oggi 10 febbraio si ricordano le migliaia di italiani che hanno vissuto nel secondo dopoguerra la tragedia delle foibe e l’esodo dalle terre istriane, fiumane e dalmate a seguito della violenta invasione dell’esercito popolare jugoslavo al comando del generale Tito.
Il nome “foibe” deriva dagli inghiottitoi di natura carsica dove furono gettati e, successivamente, rinvenuti i cadaveri di centinaia di vittime
Con la Legge n. 92 del 30 marzo 2004 lo Stato Italiano ha istituito il Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria di questa terribile tragedia.
Per saperne di più su questa terribile storia -  purtroppo, poco conosciuta -  vi invito a guardare questa sera su RaiUno alle ore 21 il bel film “Il cuore nel Pozzo” e a leggere il numero di febbraio de Il Villovagando.

Un allievo di 3C (nonchè giornalista de "Il Villovagando")

martedì 9 febbraio 2010

Scrivere


Non so quale sia stata la molla che ha fatto scattare in me il desiderio di scrivere, ma sta di fatto che non passa giorno che io non senta irrefrenabile, incontenibile il desiderio di prendere carta e penna.
E’ una bramosia che diventa necessità “vitale” di fissare i pensieri, di renderli visibili, tangibili.
Quando scrivo è come se potessi toccare, sfiorare le mie riflessioni.
Afferro un’idea, la custodisco con cura nelle mie mani, la osservo attentamente mentre prende forma durante il trasferimento sul foglio bianco che l’accoglie e, rileggendo, scopro che ciò che mi viene restituito, ha tante sfumature che il pensiero stesso non era riuscito a farmi percepire.
Riguardando a distanza ciò che scrivo, scopro un mondo fatto di particolari, piccoli dettagli che raccontano frammenti della mia esistenza e che non potrei rivivere se non li avessi fissati e resi senza tempo.
Sono forse un po’ arcaica ed ho quindi bisogno di carta e penna, a quel punto la mano diventa prolungamento naturale della mia mente, la quale trattiene la penna che scorre guidata dal pensiero. Non riesco ad aver le stesse sensazioni con la tastiera del computer, questo è un limite mio, ma adoro avere un po’ ovunque e sempre a portata di mano, piccoli quaderni sui quali posso, nei momenti in cui semplicemente ne sento il desiderio, appuntare, fermare una parola, una frase, un pensiero.
Ho scritto queste parole per consigliare a tutti di mettere nero su bianco ciò che ritenete apprezzabile nella vostra giornata, fermarsi, meditare, ponderare, serve a frenare un po’ la smania, l’impazienza, la frenesia con la quale siamo abituati a vivere, serve a ritrovarsi, a prendersi un po’ di tempo per se stessi e perché no, ad evadere di tanto in tanto cercando nella propria immaginazione ciò di cui abbiamo bisogno.
La parola scritta mi ha aiuta a trovare i “perché”, a non perdermi, a tenere uno stretto contatto con me stessa e non importa a chi scrivo o che qualcuno legga ciò che scrivo, ciò che importa è che le parole si fissino sulla carta in una sorta di immobilità che però è anche continuo movimento perché le parole muovono i sentimenti, le emozioni, le immaginazioni, le menti.
Scrivere, leggere, spegnere ogni tanto la tecnologia e accendere il cervello.

Un sorriso Lucia Rusconi

mercoledì 3 febbraio 2010

Era una notte...


Era una notte come le altre, quando d’improvviso senza alcuna ragione, come comandato da qualcuno di superiore, i miei occhi si spalancarono. In quell’ attimo una miriade di pensieri mi balenarono in testa. In quel preciso istante mi sentii debole come non mai, la mia testa era vertiginosamente tempestata da sensi di colpa e preoccupazioni. Fino ad allora non avrei mai immaginato quanto crudele fosse stata la mia vita. In quel momento ogni omicidio si era tramutato in un senso di colpa terrificante, travolgente e pesantemente malinconico.
Ero scivolato in un istante di immensa depressione e la soluzione, l’unica soluzione che mi venne in mente era uccidermi, sì uccidermi e farla finita con i fantasmi. Scorsi sul mio tavolino la rivoltella. Mi alzai di scatto e la afferrai. Me la puntai alla tempia, quasi contro la mia volontà, con un gesto automatico e scontato.
Ero stomacato dalla mia figura, sia per aver commesso così tanti crimini e sia per essere arrivato al punto del suicidio. Cosa ne sarebbe stato del mio corpo se mi fossi ucciso. Il suicidio non è una soluzione da uomini di “ferro” come me. Eppure stavo per premere quel maledetto grilletto quando il ricordo di una frase detta da Lucia mi fece sobbalzare. Esitai e nello stesso tempo rabbrividii.
“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia.”
Mi misi le mani fra i capelli, lasciai cadere la pistola. E piansi. Sì piansi, come solo un uomo stanco e vecchio sa fare. Vecchio e stanco. Ma lì, proprio quella notte, decisi di cambiare la mia vita: avrei cominciato liberando Lucia dal mio castello.
Un alunno di 3C


Una modernissima confessione sul male di vivere?
No, non c’è da preoccuparsi. Un riuscitissimo esercizio di stile da una delle più classiche pagine della letteratura: è la tormentata notte dell’Innominato … vista da vicino.
Prof.sa Sala

lunedì 1 febbraio 2010

Book Time

Ogni mese la Prof.sa Mariotti assegna a noi ragazzi della 2C (ma anche a quelli della 2B) un libro da leggere. Alla scadenza del mese dedichiamo una delle sue ore al “book time”, cioè il tempo o il momento del libro. Durante quest’ora tre o quattro di noi vengono scelti dalla Prof. per spiegare alla classe il libro che hanno letto quel mese. Qualche volta qualcuno di noi ha perfino portato delle torte o dei pasticcini per gustarli mentre ascoltavamo il racconto dei compagni. Secondo me è una bella idea perché è importante, dopo aver letto un libro, imparare a esporlo agli altri; inoltre chi ascolta può essere stimolato alla lettura.

Un allievo di 2C