venerdì 16 luglio 2010

Villovagando si prende un periodo di riposo.
Augura a tutti serene vacanze, ci ritroveremo a Settembre con rinnovato entusiasmo.


Ciao

Un suggerimento di lettura





Ciao stiamo tutti cercando di smaltire le fatiche che l'anno scolastico appena concluso ha lasciato in tutti quanti noi: insegnanti, alunni, genitori. Da sempre credo che scrittura e lettura siano il modo più semplice per allargare i nostri orizzonti culturali, non servono grandi attrezzature, bastano un libro, della carta, una penna e desiderio di volare. Io approfitto di questo periodo per fare il “pieno” di energie, mi permetto quindi di suggerirvi un libro, facile e veloce da leggere perchè si snoda in 55 racconti, ma che lascia spazio a riflessioni profonde. Vi lascio titolo, autore e uno dei racconti, magari riesco ad incuriosirvi! Buone vacanze

Un sorriso
Lucia Rusconi



“I racconti del Grande Fiume” di Sauro Tronconi

55 racconti, nei quali al di là dello spazio e del tempo, una sacerdotessa, oracolo cieco, parla ad un re. Un linguaggio vicino ai miti, alle parabole e alle fiabe, che parte dal cuore ed arriva alla mente, che permette a chi legge una comprensione non solo razionale, ma soprattutto emozionale.
Ad ogni racconto segue la riflessione del re: il tono cambia, si fa più razionale.il re rappresenta la capacità dell’uomo di sviluppare la propria comprensione attraverso l’udire e l’osservare.

Essere un buon padre
Un figlio, per crescere, ha bisogno del padre. Un bimbo da istruire ha bisogno di un maestro. Un popolo ha bisogno di un Re.
L’acqua permette la vita; il padre, il maestro, il Re, ti aiutano e ti permettono di trovare una direzione alla tua vita, o mio Re.

In una città che sorgeva sulle rive del Grande Fiume, viveva un uomo non più giovane. La sposa che i genitori avevano scelto per lui non gli aveva dato figli e una notte, nel sonno, era morta. Da quel triste accadimento passarono sette anni ed egli, dopo lunga insistenza d’amici e parenti, decise di riprendere moglie. Incontrò una nuova donna, la amò e la sposò, e si trovò, già oltre il quarantanovesimo anno di questa sua vita, a diventare padre. Questo lo sconvolse e così vegliò e pregò gli Dei: aveva paura di non saper essere un vero padre. Era disperato, quasi rifiutava i due piccoli figli che gli erano nati, nello stesso momento, da questa nuova compagna di vita. E così, col consiglio della moglie, degli amici e d’altri abitanti della sua città, andò in un villaggio non tanto distante ad incontrare un vecchio Maestro.
Arrivò da quell’uomo senza tempo e gli disse: “Aiutami, c’è una grande responsabilità che mi attende, devo crescere due figli. Mai più avrei aspettato che nella mia vita accadesse questo e ora, già vecchio, mi trovo ad essere padre. Io non posso… non so farlo, non sono all’altezza. Dimmi tu cosa devo fare; lo scriverò qui sul mio papiro, e così man mano che i miei figli cresceranno saprò com’è giusto comportarmi”.
Il vecchio lo guardò, prese il papiro e, strappandolo, gli disse: “Taci, non è la via”. Mise una benda sopra gli occhi dell’uomo, in modo che egli non potesse vedere nulla, lo prese per mano e, quasi trascinandolo, cominciò a camminare. Camminarono a lungo: l’uomo non capiva, non capiva perché. Chiese e il vecchio gli disse: “Taci”. E continuò, stringendo di più la mano nel trascinarlo con sé. Ad un certo punto si fermarono e il Maestro gli tolse la benda dagli occhi. Egli si trovò in un posto strano, con le mura alte, corridoi stretti da cui si vedeva solo il cielo e altri corridoi che iniziavano da quello e si perdevano come se non avessero fine.
Il Maestro, vedendolo attonito, gli disse: “Siediti, ora ti spiego. Sei dentro ad un labirinto, ne dovrai uscire. All’inizio sarò qui con te e ti spiegherò com’è fatto questo labirinto: ti dirò quali porte potrai oltrepassare, ma dalle quali non potrai più tornare indietro; ti dirò che, qualunque porta oltrepasserai, anche se non potrai tornare indietro per quella via, ci sarà sempre un modo di tornare al punto da cui sei partito; ti dirò che la via più breve è fatta di settecentosettantasette passi verso l’esterno e che, comunque, anche se non ce la farai, io ti condurrò fuori. Adesso inizia il tuo percorso; io sarò vicino a te anche se non mi vedrai. E ricordati, al momento dell’uscita non troverai una sola via, ne troverai quattro”.
Ridendo, il Maestro rimise la benda sugli occhi dell’uomo e gli fece fare sette giri su se stesso. La benda cadde, il Maestro non c’era più e l’uomo fu solo. Cominciò a camminare, ad aprire porte, a tornare indietro, a guardare. Ogni tanto sentiva la voce del Maestro che gli diceva: “Non così, guarda, osserva, impara”. E seguendo i consigli, cominciò a vedere che ogni porta era diversa, in modo da capire quando si trovava nello stesso posto in cui era già passato. Incominciò a distinguere i segni sui muri e pian piano, con la voce del Maestro che ogni tanto lo seguiva, continuò per la sua strada e arrivò ad un grande corridoio che formava una specie di quadrato. Su ogni lato del quadrato c’era un’uscita.
A questo punto chiese a voce alta, sperando in un nuovo consiglio del Maestro: “Adesso dove vado?”. Attese, ripeté la domanda, ma il Maestro non c’era più. Allora osservò il cielo, vide la direzione del sorgere e del tramontare del sole e scelse l’uscita più vicina alla direzione della sua casa. Ad attenderlo fuori c’era il Maestro che, soddisfatto dell’allievo, gli disse: “Vedi, non è stato difficile!” E lui rispose: “Ma io non volevo giocare, volevo imparare ad essere padre”. E il vecchio Maestro gli disse: “Guarda quello che hai fatto. Io ti ho dato le prime istruzioni, perché tu potessi muoverti dentro il labirinto, poi mi sono allontanato. Tu hai individuato i tuoi punti di riferimento e li hai usati per trovare la strada e, quando avevi bisogno di me, ero lì pronto ad aiutarti. Poi hai trovato l’uscita, ma io non potevo dirti nulla, perché a quel punto, da solo, dovevi scegliere la tua via”. In quel momento, il padre comprese e tornò a casa sicuro che avrebbe fatto il suo dovere verso i suoi figli.

Ricorda, o mio Re: un buon padre istruisce i figli sul cammino, lascia però che siano loro a trovare i punti di riferimento e si toglie di mezzo quando devono scegliere la loro strada. È molto semplice e tu, o mio Re, sei un grande padre e conosci questo.