lunedì 30 novembre 2009

Innovazione: matrimonio fra creatività e business


Quali sono i meccanismi storici che aiutano la creatività? E' giusto pensare all'artista/scienziato come ad un genio solitario?

La storia delle invenzioni e di alcune grandi opere ci mostra come spesso il mecenatismo e il mondo del business sono stati capaci di azionare il volano della creatività.
Questo filmato di circa due minuti e mezzo della Fondazione Veronesi prova a dare una risposta.
Buona visione!

Energia nucleare in Italia: perchè no?

E’ interessante vedere come uno studente si metta alla prova con il testo argomentativo, affrontando un tema complesso e attuale: l’utilizzo dell’energia nucleare.

Vediamo gli aspetti positivi e quelli negativi di questa energia che tutti conoscono:
           ASPETTI POSITIVI
                Con poco uranio possiamo ottenere molta energia
                Le centrali nucleari non producono CO2
                Possibilità di diminuire la radioattività delle scorie
                Conferisce stabilità politica ed economica
                Diminuisce la dipendenza dal petrolio
                Aumenta la possibilità di lavoro

          ASPETTI NEGATIVI
                Difficoltosa eliminazione delle scorie
                Possibilità di attacchi terrorostici alle centrali
                Forte impatto paesaggistico
                In caso di incidente serio impatto dell'ambiente
                In caso di incidente probabili danni genetici e malattie
                Instaurarsi di una dipendenza dall'uranio in luogo di quella dal petrolio
                Può essere usata per scopi bellici

Sapendo ora che esistono centrali in un Paese confinante quale la Francia ad esempio possiamo eliminare gran parte degli aspetti negativi riguardante gli incidenti perchè, se si verificassero in un paese confinante, colpirebbero inevitabilmente anche l'Italia, come successo nel disastro di Chernobyl per i Paesi confinanti con l'Ucraina.
Dobbiamo dire anche che le possibilità stimate dai tecnici che si verifichi un problema sono veramente basse posto che si seguano i protocolli di sicurezza.
Inoltre risulta che alla Northwestern University recentemente abbiano scoperto il modo di eliminare lo stronzio un elemento chimico che costituisce un tipo di scoria tossica, precisamente una delle più pericolose.

La scoperta funzionerebbe in questo modo:
utilizzerebbe un solfuro di materiali metallici (sodio), atti a rimuovere lo stronzio.
Tramite uno scambio ionico, si riuscirebbe ad isolare lo stronzio come materiale solido, separandolo dai liquidi.
In tal modo, i rifiuti radioattivi solidi potrebbero essere trattati separatamente, manipolati, spostati o riciclati, mentre quelli liquidi verrebbero smaltiti facilmente.

É un processo molto difficile poiché in effetti lo stronzio è presente in piccolissime quantità rispetto al sodio, con una proporzione di uno su un milione.

Concludiamo col dire che sono rimasti solo due aspetti negativi contro sei positivi, l' energia nucleare costituirebbe una grandissima risorsa per noi e allora perchè no?


Una allieva di 3A

Figli


Vi propongo alcune mie personali riflessioni dopo la lettura di questa poesia

"...

I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco". Gibran

Quante verità affascinanti, quante verità a cui tutti vorremmo tendere, ma quanta fatica in queste parole. Da figlia ho desiderato con bramosia: indipendenza fisica e di pensiero, da figlia avrei urlato queste parole per rinforzare il mio desiderio di autonomia. E ora che sono anche mamma il desiderio di assomigliare a questo modello di genitori così emancipato, si scontra con l’irrefrenabile desiderio di attutire i colpi, di proteggere, di evitare le ammaccature, perché dopo averli accuditi, curati, cullati, consolati dopo i primi inevitabili dolori, l’ansia, il timore che possano soffrire è ancora grande. Tutti noi genitori sappiamo che hanno diritto di vivere la loro vita con le gioie e i dolori che questa comporta, ma se torno con il pensiero a quando erano piccoli e avevano solo bisogno di essere amati, tutto il mio corpo è pervaso da dolcezza e desiderio di donare affetto.
“Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi e benché vivano con voi non vi appartengono.”
Sono parte di me e hanno la metà del mio patrimonio genetico, forse per questo riconosco in loro alcuni tratti di me, forse proprio per questo motivo ripeteranno alcuni dei miei errori e io non potrò fare nulla per salvaguardarli perché hanno diritto di scegliere, e di sbagliare con le loro gambe senza l’aiuto di nessuno, tantomeno il mio. Nessuno può dirci qual è il punto esatto che distingue la libertà dall’ incuria, l’attenzione dall’inosservanza, come si può riconoscere la propria presenza come ingombrante o assente? Chissà che mamma sono stata per i miei due figli così meravigliosamente diversi, proprio perché le combinazioni del 50% di DNA sono infinite, illimitate. Chissà se il mio arco si è teso abbastanza per farli volare più in alto possibile. Certo è che da quando sono nati mi tendo ogni giorno anche se ogni tanto vacillo e oscillo un po’, per sostenere con la mente e con il cuore le mie due frecce temerarie, così mie anche se non mi appartengono.

“L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;

Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco".

Spero che la vita non sia troppo dura con loro e che l’Arciere vegli sempre sul loro volo.
Prof. Rusconi


giovedì 26 novembre 2009

Giochiamo con i testi


Ecco alcuni lavori di prima C che mostrano quanto possa essere divertente giocare con i testi letterari (in questo caso una favola classica), come propone anche la prof. sa Ortolani.
Da un comune inizio ognuno costruisce il suo personale sviluppo, scoprendo così che a volte i risvolti di una situazione possono essere diversi e imprevedibili. 
E la vostra favola quale sarebbe?

Prof.sa Sala

La  volpe e il  serpente
Una volpe, vedendo un serpente coricato, fu presa dall’invidia per la sua lunghezza. Voleva a tutti costi diventare lunga come lui. Essendo priva di amici che potessero aiutarla nell’intento, decise di escogitare un piano per allungarsi.  

Fu così che passò intere giornate appesa con la coda attorcigliata ad un ramo, a testa in giù, mentre reggeva con gli aguzzi denti una preda che facesse da contrappeso. La fatica era molta, sentiva tutti i muscoli stirarsi sotto l’enorme peso che sopportava. Nonostante ciò i risultati non arrivarono.
Decise allora di abbandonare l’impresa, ma dopo qualche giorno incontrò un leone che stava cacciando una gazzella. Rimase affascinata da tanta forza e potenza, quindi si avvicinò per vedere da vicino la forza maestosa del leone.

La volpe, piena di rabbia e ancor più rossa dall’invidia, pensò di uccidere il re della savana, ma questo notando lo sguardo della volpe capì le sue intenzioni. 
Così quando la furbastra cercò di sorprenderlo alle spalle, il re della foresta, in men che non si dica, la sbranò.  
Questa favola insegna che sarebbe meglio lasciare da parte l’invidia e coltivare i propri talenti.

Un allievo di 1C

La volpe e il serpente
Un giorno una volpe vide un serpente coricato, e cominciò ad invidiarlo perché era lungo, letale e si poteva aggrovigliare sugli alberi.

La volpe gli chiese, dopo aver sentito quello stupendo animale lamentarsi,   quale pensiero lo attanagliasse. Il serpente le rispose: "Sono stanco di strisciare come un vermicello insulso, io voglio correre come te! Tu cacci, corri e ti diverti… e io qui a inseguire con monotonia qualche topo e  a aggrovigliarmi fra i rami".
La volpe colta da un'idea geniale disse : "Ecco è qui che ti volevo, tu mi insegni ad arrampicarmi e io ti insegno a correre".     Il serpente dopo averci riflettuto un po' su, accettò.
Questa volpe, non tanto furba come si potrebbe ipotizzare, decise di raggirare il serpente.

Il rettile buono e gentile insegnò alla volpe a salire sui rami ma questa, egoista e invidiosa lo portò al ciglio di una strada e disse: " Vedi questa strada? Tu devi attraversarla velocemente mentre io ti guardo da quell' albero, poi ti darò le mie indicazioni per migliorarti".

La volpe si diresse verso l' albero sogghignando all’idea che il serpente sarebbe rimasto schiacciato da una macchina.
Il serpente sentito il frastuono di una macchina che passava in velocità si intimorì,  guardò la volpe appostata su un ramo molto alto che all' improvviso cadde malamente e morì.

La serpe vedendo il suo falso amico morto e la strada attraversata da quelle macchine sfreccianti rinunciò all' entusiasmante esperienza di correre,  risparmiandosi così di venire schiacciata.
Un allievo di 1C

mercoledì 25 novembre 2009

Fiabe di Natale 2: ecco i primi "finali" alternativi

I ragazzi di prima media si sono confrontati con questa fiaba di Guido Gozzano provando ad inventare un finale differente da quello proposto dall’autore.
In attesa di leggere (e pubblicare) quello che hanno saputo creare, provate anche voi a confrontarvi con questo arduo compito! I migliori finali saranno pubblicati sul sito!


Prof.sa Ortolani

NEVINA E FIORDAPRILE


Quando  il sughero pesava
e la pietra era leggera
come il ricciolo dell'ava
c' era allora, c' era... c' era...

... una principessa chiamata " Nevina", che viveva sola col padre Gennaio.  Lassù, nel candore perpetuo, abbagliante, inaccessibile agli uomini, il re Gennaio preparava la neve con una chimica nota a lui solo; Nevina la modellava su piccole forme tolte dagli astri e dagli edelweiss, poi, quando la cornucopia era piena, la vuotava secondo il comando del padre ai quattro punti dell'orizzonte. E la neve si diffondeva sul mondo. Nevina era pallida e diafana, bella come le dee che non sono più; le sue chiome erano appena bionde, d'un biondo imitato dalla stella polare, il suo volto, le sue mani avevano il candore della neve non ancora caduta, l'occhio era ceruleo come l'azzurro dei ghiacciai.
Nevina era triste.

Nelle ore di tregua, quando la notte era serena e stellata e il padre Gennaio sospendeva l'opera per dormire nell'immensa barba fluente, Nevina si appoggiava ai balaustri di ghiaccio, chiudeva il mento fra le mani. e fissava l'orizzonte lontano, sognando.
Una rondine ferita che valicava le montagne, per recarsi nelle terre del sole, era caduta nelle sue mani che avevano tentato invano di confortarla: nei brividi dell'agonia la rondine aveva delirato, sospirando il  mare. i fiori, i palmizi, la primavera senza fine. E Nevina sospirava da quel giorno le terre non viste.
Una notte decise di partire. Passò cauta sulla barba fluente di Gennaio, lasciò il ghiaccio e la neve eterna, prese la via della valle, si trovò fra gli abeti. Gli gnomi, che la vedevano passare diafana, fosforescente nelle tenebre della foresta, interrompevano le danze, sostavano a cavalcioni sui rami, fissandola con occhi curiosi e ridarelli.
" Nevina!"
" Nevina. dove vai?"
" Nevina. danza con noi! "
" Nevina. non ci lasciare! "
E gli spiritelli benigni facevano ressa intorno, tentavano di arrestarle il passo, abbracciandole con tutta forza le caviglie, cercavano di imprigionarle i piedi leggeri entro i rami d'edera e di felce morta.
Nevina sorrideva, sorda ai richiami affettuosi, toglieva dalla cornucopia d'argento una falda di neve, la diffondeva intorno, liberandosi dei piccoli compagni di giuoco. E proseguiva il cammino diafana, silenziosa, leggera come le dee che non sono più.
Giunse a valle, fu sulla grande strada.
L'aria si mitigava. Un senso di affanno opprimeva il cuore di Nevina. Per respirare, toglieva dalla cornucopia una falda di neve, la diffondeva intorno, ritrovava le forze e il respiro nell'aria fatta gelida subitamente.
Proseguì rapida, percorse gran tratto di strada. Ad un crocevia sostò in estasi, con gli occhi abbagliati.
Le si apriva dinnanzi uno spazio ignoto, una distesa azzurra e senza fine, come un altro cielo tolto alla
volta celeste, disteso in terra, trattenuto, agitato ai lembi da mani invisibili. Nevina proseguì sbigottita. La Terra intorno mutava. Anemoni, garofani, mimose, violette, narcisi, giacinti, giunchiglie, gelsomini, tuberose fin dove l'occhio giungeva, dal colle al mare, mal frenati dai muri e dalle siepi dei giardini, i fiori straripavano come un fiume di petali dove emergevano le case e gli alberi. Gli ulivi distendevano il loro velo d'argento, i palmizi svettavano diritti, eccelsi come dardi scagliati nell'azzurro.
Nevina volgeva gli occhi estasiati sulle cose mai viste, dimenticava di diffondere la neve; poi l'affanno la riprendeva, toglieva una falda, si formava intorno una zona di fiocchi candidi e d'aria gelida che le ridava il respiro. E i fiori, gli ulivi, le palme guardavano pur essi con meraviglia la giovinetta diafana, che trasvolava in un turbine niveo, e rabbrividivano al suo passaggio.
Un giovane bellissimo dal giustacuore verde e violetto, apparve dinanzi a Nevina, fissandola con occhi inquieti, vietandole il passo:
" Chi sei? "
" Nevina sono. Figlia di Gennaio. "
" Ma non sai, dunque, che questo non è il regno di tuo padre? Io sono Fiordaprile, e non t'è lecito avanzare sulle mie terre. Ritorna al tuo ghiacciaio, per il tuo bene e per il mio! "
Nevina fissava il Principe con occhi tanto supplici e dolci, che Fiordaprile si sentì commosso.
" Fiordaprile, lasciami avanzare! Mi fermerò poco. Voglio toccare quella neve azzurra, verde, rossa.
violetta che chiamate fiori, voglio immergere le mie dita in quel cielo capovolto che è il mare".
Fiordaprile la guardò sorridendo; assentì col capo:
" Andiamo dunque. Ti farò vedere tutto il mio regno ".
Proseguirono insieme, tenendosi per mano, fissandosi negli occhi estasiati e felici. Ma. via via che
Nevina avanzava, una zona bigia offuscava l'azzurro del cielo, un turbine di fiocchi candidi copriva
giardini meravigliosi. Passarono in un villaggio festante: contadini e contadine avanzavano sotto i mandorli in fiore. Nevina volle che Fiordaprile la facesse danzare. Entrarono in ballo; ma la brigata si
disperse con un brivido, i suoni cessarono, l'aria si fece di gelo e dal cielo fatto bigio cominciarono a scendere, con la neve odorosa dei mandorli, i petali gelidi della neve, la vera neve che Nevina diffondeva al suo passaggio. I due dovettero fuggire fra le querele irose della brigata. Giunti poco lungi, volsero il capo e videro il paese di nuovo festante sotto il cielo rifatto sereno.
" Nevina, ti voglio sposare! "
" I tuoi sudditi non vorranno una regina che diffonde il gelo. "
" Non importa: la mia volontà sarà fatta. "
Avanzarono ancora, tenendosi per mano,  fissandosi negli occhi, immemori e felici ... Ma. ad un tratto Nevina s'arrestò coprendosi di un pallore ancora più diafano.
" Fiordaprile! ... Fiordaprile! ... Non ho più neve! ''
E tentava con le dita, invano, il fondo della cornocopia.
“ Fiordaprile!  ...  Mi  sento  morire  ...  Portami  al  confine  ...  Fiordaprile!  ...  Non  reggo  più!  ...  "
Nevina si piegava, veniva meno ... Fiordaprile tentò di sorreggerla, la prese tra le braccia, la portò di
peso, correndo verso la valle.
" Nevina! Nevina! "
Nevina non rispondeva. Si faceva diafana più ancora. II suo volto prendeva la trasparenza iridata della
bolla che sta per dileguare…..

Sondaggio per tutti


Tema: quali aspetti rendono il tuo hobby per te speciale e insostituibile? Quali conoscenze e abilità ti ha dischiuso? Di che cosa si tratta?
Se volete condividere il vostro “mondo hobby”, vi basterà lasciare un commento ricordandovi di indicare anche la vostra età!


martedì 24 novembre 2009

Color pattern works

Alcuni lavori degli allievi delle classi prime del gruppo veicolare.

Prof.sa Livorio
 

 

lunedì 23 novembre 2009

Retinatura e sviluppi di linee

Ancora lavori di pregevole valore nel campo del disegno tecnico. Si tratta di produzioni di allievi di terza, una proiezione ortogonale con retinatura e esercitazioni sullo sviluppo di linee.

Prof.sa Cavaletti
 

domenica 22 novembre 2009

Bing: analisi logica e internet


Malgrado un povero insegnante di lettere cerchi di dar vigore alle lezioni di grammatica italiana non dissociando l’analisi dalla scrittura, dal testo e dal suo valore comunicativo, o si sbizzarrisca nel creare a sorpresa frasi da analizzare dal contenuto quanto mai bizzarro, arriva comunque un giorno in cui qualcuno, dal fondo, a metà dell’ora, sul punto di far capire il profondo significato metafisico del “complemento predicativo del soggetto”, alza la mano e chiede: “Prof perché tutto questo? Perché devo studiare la grammatica?”. E allora … è troppo tardi per non concedere la parola.
La risposta nell’articolo di questo ragazzo di terza A: l’analisi logica abitua ad un approccio analitico al problema,  sviluppa un metodo di progressione logica, conduce ad una soluzione tramite passaggi ragionati e non approssimativi.
Nella vita per molti non sarà il nome di innumerevoli subordinate a rimanere e essere utile, ma il modus operandi, l’approccio alle situazioni problematiche.

Prof.sa Sala

L’ANALISI LOGICA e INTERNET

Nel Giugno 2007 Microsoft compra una sensazionale invenzione: BING, un motore di ricerca che si basa sull’analisi logica.
Il suo inventore, Lorenzo Thione, di Como, spera con questo di poter battere il miglior motore di ricerca di questi tempi: Google.
Questo nuovo motore di ricerca analizza la frase minima più importante di una proposizione trasformandola in un’altra più stringata. Attraverso un’accurata analisi morfologica, Bing è capace di trovare tutto ciò che riguarda l’argomento che si vuole conoscere.
Fino ad ora, in Italia, Bing è solo un “embrione”, ma alla fine del 2010 sarà “fatto e finito”.
Thione è convinto di sconfiggere Google perché Bing ragiona con un modo più umano, semplice ed aperto; mentre Google utilizza uno schema fisso.
Tutto è cominciato quando Thione, da giovane studente, scoprì l’analisi logica che gli ha consentito, una volta nel campo dell’informatica con la sua piccola azienda Powerset, di guadagnare moltissimo.
Come dicevo, infatti, nel giugno del ’07 Microsoft compra Bing per la “modica” cifra di 100.000.000 di dollari con l’intenzione di battere Google (perché il motore di ricerca firmato Microsoft è un colabrodo) e di aggiudicarsi, oltre che il primo posto in utilizzo di software in aziende, anche il titolo di miglior motore di ricerca.
Ogni utente Microsoft ha adesso come motore di ricerca principale Bing, il cui sito è : www.bing.com.
Il nome Bing è nato dall’insieme di parole “the big thing” che, in codice, tra quelli del settore, stava ad indicare la ricerca di un nuovo motore di ricerca che, per l’appunto, è una cosa grossa.

Un allievo di 3A

venerdì 20 novembre 2009

La grande scelta 2


Anche i ragazzi delle superiori ci offrono le loro  riflessioni sull'incontro di "orientamento".  Grazie!


Prof.sa Sala  


Il commento dei ragazzi dello scientifico

Il passaggio dalla scuola media al liceo comporta una scelta importante, fonte di dubbi e preoccupazioni; la differenza maggiore tra i due ordini di scuola sta nell’impostazione e nei ritmi: i carichi di lavoro e di studio devono essere gestiti con più serietà, precisione e autonomia.
In occasione di un incontro orientativo alla scuola superiore, proposto per le terze medie, come studenti prossimi alla maturità, il nostro compito è stato quello di chiarire ai ragazzi queste e altre tematiche, relative soprattutto all’indirizzo scientifico; con l’obiettivo di rendere la scelta degli alunni più consapevole.
Tra l’altro, agli studenti di terza media, ci accomuna il fatto di essere prossimi a dover prendere  una decisione importante, che nel nostro caso è la scelta di una facoltà universitaria: questo ci ha permesso di meglio comprendere le loro apprensioni, i loro dubbi, ma anche di cogliere e condividere le attese e le speranze che hanno questi ragazzi, mentre “guardano” al loro futuro.
L’attenzione e la simpatia degli alunni di terza ci hanno aiutato a mettere in luce molti aspetti della scuola superiore; speriamo che il nostro intervento sia stato utile e di aiuto per definire la scelta della scuola superiore, come del resto lo sono per noi le esperienze di studenti universitari, che ci vengono presentate in appositi incontri.   

Benedetta e Matteo  



Il commento dei ragazzi del classico

Alcune considerazioni,  in  margine al recente incontro di orientamento che alcuni ragazzi di quinta superiore (noi per il liceo classico) hanno avuto nelle classi terze medie.
Prima di tutto speriamo con tutto il cuore che il nostro intervento abbia recato qualche aiuto ai ragazzi e confidiamo che, indipendentemente dalle loro scelte future, abbiamo potuto dar loro un’adeguata e realistica idea delle scuole superiori con tutto l’impegno e la fatica che esse richiedono.
La finalità della nostra presenza non era spaventare o far desistere “ i coraggiosi “ dall’intraprendere il meraviglioso viaggio umanistico che possono fornire gli studi classici, quanto  permettere loro di vedersi proiettati in un futuro molto prossimo, di cui loro stessi saranno fautori e protagonisti.
Siamo stati molto contenti delle classi visitate, che si sono rivelate attente e soprattutto attive nei confronti dell’intervento, ponendo frequenti domande adeguate e molto interessanti .
Inoltre ci auguriamo che tutti coloro che avevano dei dubbi abbiano potuto in questo modo chiarirli e risolverli, e quanti invece non avevano alcuna perplessità, grazie anche al confronto con  la nostra esperienza, abbiano deciso di proseguire nel loro cammino più certi e più sicuri di prima .
E’ stata un’opportunità che ha arricchito anche noi più grandi, dal momento che non ci eravamo mai trovati nella condizione di dover tenere una “lezione” nelle classi, che peraltro si sono dimostrate estremamente brillanti ed educate: all’imbarazzo iniziale infatti è seguita quasi subito una naturale serenità, che ha messo a proprio agio tutti, consentendo l’eccellente riuscita del progetto.
Per concludere, un appello a voi ragazzi:  per qualunque dubbio o preoccupazione riguardo alla vostra scelta, vi esortiamo a chiedere prima di tutto ai vostri genitori e  ai vostri insegnanti – che sicuramente più di noi sono in grado di aiutarvi –, ma se tuttavia doveste avere bisogno, potete venire da noi a domandare senza alcun problema; avete tutta la nostra disponibilità e il nostro aiuto: ricordate che il confronto non è per gli insicuri, ma per le persone mature che vogliono crescere, migliorandosi.
Vi auguriamo Buona fortuna per la vostra scelta

Giuseppe, Corinna, Vittoria 



giovedì 19 novembre 2009

Coraline e la porta magica





Esiste la famiglia perfetta? A questa domanda prova a rispondere "Coraline e la porta magica", un film d'animazione realizzato con la tecnica della stop-motion e diretto da Henry Selick, già regista di Nightmare Before Christmas, basato sul racconto "Coraline", scritto da
Neil Gaiman ed illustrato da Dave McKean (pubblicato in Italia da Mondadori nel 2002).
E' uscito negli Stati Uniti nel Febbraio di quest'anno ma in Italia è arrivato solo a Giugno. Il film è un horror per ragazzi e la visione è consigliata dalla scuola "media" in poi.  
Se volete saperne di più questo il trailer del film visibile su comingsoon.it 
Da vedere con i genitori!!



mercoledì 18 novembre 2009

Ancora "Munari"

Altri lavori sulla falsariga dei precedenti.

Prof.sa Antonietti


 



martedì 17 novembre 2009

Giochiamo?

Più per meno meno”, cantava Jovanotti qualche anno fa in una bella canzone intitolata “Mi fido di te”. E se ce l’ha fatta Jovanotti a sdoganare l’algebra trovandovi la poesia per inserirla nei versi di una canzone, accanto ad arcobaleno, amore e felicità, allora possiamo farcela anche noi!
No, calmi: adesso non mettiamoci tutti a comporre un improbabile rap sulle proprietà delle potenze; esistono altri modi per “liberare l’algebra” dalla solita – immeritata - immagine austera e noiosa che a volte, dopo ore e ore di espressioni con i numeri relativi, noi stessi le attribuiamo. E così, forse, anche chi non è innamoratissimo della matematica riuscirà a vincere quel senso di smarrimento e vertigine che lo assale ogni volta che vede una sequenza di numeri, parentesi e segni vari.
Un gioco, ad esempio. Un gioco semplice e divertente, da fare come solitario o in due, magari in una bella sfida genitori-figli, magari – perchè no? –  lasciando spenta la tv per una sera.
Qui non basta conoscere la regola dei segni (quella la sa anche Jovanotti: più per meno meno, meno per meno più etc): qui conta la velocità, la prontezza di riflessi, l’astuzia, la visione d’insieme. Lo scopo del gioco è fare tris su un tabella piena di operazioni, scegliendo di volta in volta l’operazione che dia come risultato il numero che compare sullo schermo.
Si può scegliere l’operazione (addizione, sottrazione, moltiplicazione) e il livello (tris o cinquina, per i più coraggiosi). E così piano piano, attraverso il gioco, lontano da libro e quaderno e dal loro magico potere annoia-studenti, la familiarità con i numeri relativi si fa più profonda; ed ecco che a un certo punto, senza che ce ne accorgessimo, la regola dei segni è entrata nei nostri automatismi mentali: non ci fa più paura e ora non solo la conosciamo, ma anche la possediamo e, soprattutto, la usiamo. Giocando.

Il gioco si trova a questo indirizzo, fra i moltissimi siti di matematica interattiva che la Rete ci offre.
Non mi resta che augurarvi buon divertimento e... al prossimo gioco!


la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare
(jovanotti, 2005)


Prof.sa Ferrario

Assonometria

Ancora lavori di terza sull'assonometria cavaliera di un prisma.
Prof.sa Cavaletti


lunedì 16 novembre 2009

Munari

I ragazzi di 3B avevano un obbiettivo: produrre simmetria. Il volto, la sua struttura portante e ..."Munari" sono stati i loro ispiratori e guide in questi capolavori.

Prof.sa Antonietti




Il crocefisso in classe

Lettera a Gesù in Croce
Oh Signore!!!
Sei morto sulla croce e anche dalla tua croce non hai pace.
Hai cercato di renderci migliori, di amarci senza condizioni e già nei pochi giorni della tua vita, sei stato giudicato “sovversivo”.
I cristiani si sono riconosciuti in te, hanno affidato alla tua Passione la loro salvezza e la Tua presenza, nei nostri luoghi di vita, è diventata il simbolo del cammino doloroso che dobbiamo compiere per raggiungere la salvezza eterna.

Da quella croce, dalla stessa dalla quale hai urlato con amore nei nostri confronti “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, hai accettato in silenzio il tuo compito.
La condanna a morte, ma non solo, la tortura, la derisione, l’incoronazione di spine.
Chi sa amare di un amore vero e assoluto, tace, e per amore, muore.
E’ così che la Croce, simbolo della religione che ci accomuna, è entrata nelle case, nelle scuole, negli uffici negli ospedali.
Da quella croce hai lasciato questo mondo, consegnandolo agli uomini, e ora cosa ci rimane?
Un vangelo che poco conosciamo, un sudario e una Croce contrastati
Quante scempiaggini, idiozie, guerre, cattiverie ci saremmo evitati se solo ci fossimo soffermati ad ascoltare con il cuore e con profonda meditazione la Tua Parola.
Tu hai creduto in noi e forse questo è stato un atto di ingenuità, tant’è che oggi, gli uomini, hanno deciso di eliminare quel simbolo per evitare che altri uomini possano sentirsi offesi, ingiuriati e violati dal tuo amore.
La cosa più sorprendente è “come” il simbolo di redenzione è stato eliminato, fatto sparire, con una semplice sentenza, da parte di un giudice che ne vede l’esposizione come un “ostacolo alla libertà religiosa”.
Sicuramente non può sentirsi offeso il cristiano che vi riconosce lo straordinario messaggio d’amore, non può sentirsi offeso il credente che ne riconosce il valore universale di chi spalanca le braccia a tutti perché nessuno si senta escluso, non può sentirsi offeso il credente di un’altra religione che anzi, può avvertire la minaccia da una sentenza che domani potrà colpire persone di altro credo.
La storia si ripete, allora, Ponzio Pilato, oggi, un giudice di Strasburgo, lavandosene le mani, hanno decretato la tua scomparsa, in Giudea da vivo, a Strasburgo da morto, in entrambi i casi l’uomo ti ha inflitto ferite letali.
Io lo so che continuerai a proteggere i nostri bambini, i malati e tutta l’umanità perché non è sufficiente eliminare il tuo simbolo per cancellare e farti rinnegare il tuo amore per gli uomini.
Tu non eri un uomo qualunque, ma uno super, che non ha avuto bisogno di curatori di immagini per mantenere viva la tua traccia nei cuori dell’umanità per più di 2000 anni.
Non dimenticarti però che noi siamo fatti “solo” a tua immagine e somiglianza e abbiamo ancora bisogno che ci indichi la Via.
Un sorriso Lucia

sabato 14 novembre 2009

La grande scelta







Durante il percorso di “orientamento” sono stati invitati nelle classi terze alcuni studenti della scuola superiore, che hanno illustrato le caratteristiche del loro indirizzo di studi. Si è creata un’atmosfera non solo costruttiva ma anche vivace e diretta: i ragazzi si sono vicendevolmente osservati e hanno ragionato insieme non trascurando aspetti pratici e personali.
E’ seguito poi un momento metacognitivo, sempre utile per evitare che quanto appreso sfugga via. Vi propongo allora alcune delle riflessioni di terza C e rilancio una domanda: e voi, ragazzi delle superiori, come avete vissuto questo incontro?   

Prof. sa Sala

Commento di una allieva di 3C
Durante questa settimana abbiamo avuto modo di capire più approfonditamente come si lavora nei diversi licei, grazie ad un incontro con dei ragazzi di  5^ superiore di tre diversi indirizzi: Liceo Classico,  Liceo Scientifico e  Igea.
Le ragazze del Liceo Classico hanno parlato di greco, latino e spagnolo ma anche di matematica e storia.
Ci hanno detto che si studia molto e che è impegnativo quindi se si vuole scegliere questo indirizzo bisogna avere voglia di applicarsi. Inoltre ho scoperto che, per ottenere dei buoni risultati, bisogna studiare in media quattro ore ogni giorno.
I ragazzi del Liceo Scientifico hanno raccontato di matematica, che diventa più astratta, e di scienze con gli esperimenti che si fanno in laboratorio. Se si vuole optare per questo indirizzo bisogna avere attitudini verso le materie scientifiche.
I ragazzi dell’Igea affrontano prevalentemente materie di economia politica, di diritto e matematica finanziaria di cui ci hanno raccontato schematicamente.
Da questo confronto con i ragazzi delle scuole superiori ho compreso che le mie attitudini e i miei interessi mi avvicinano al Liceo Classico. Infatti sono attratta dalle materie umanistiche che mi aiutano a riflettere sulla derivazione e sul significato delle parole con cui mi esprimo quotidianamente.
Adoro inoltre leggere qualsiasi genere letterario, imparando così nuovi vocaboli e stili  di scrittura con i quali poter poi arricchire i miei scritti.
Un’altra ragione per la quale mi sento attratta dalle materie umanistiche è che lo studio delle stesse mi permette di fare introspezioni attraverso le quali posso scoprire, conoscere e comprendere me stessa.

Commento di un allievo di 3C
La scuola ha organizzato, per noi ragazzi di 3° media, un incontro con degli alunni degli istituti superiori presenti in Collegio. Sono venuti in classe i ragazzi di 5° Superiore, due per ogni istituto (Classico, Scientifico e IGEA), si sono seduti alla cattedra e hanno iniziato a parlare dei loro rispettivi studi.
Osservandoli mi sono reso conto che adesso mi sento grande quando mi muovo nel corridoio delle Medie, ma che l’anno prossimo sarò il più piccolo. E questo mi preoccupa un pochino. Poi alcuni di loro mi hanno colpito per la facilità nell’esporre e per la serenità con cui si sono rivolti a un vero e proprio “pubblico”.
Io sono orientato a scegliere il Liceo Scientifico e questo incontro mi ha dato più certezze. Sentendo parlare i ragazzi delle nuove materie mi è venuta voglia di studiarle e approfondirle. Inoltre non li ho visti né terrorizzati né ossessionati dall’impegno scolastico e questo dimostra, credo, che organizzandosi si può raggiungere qualsiasi obiettivo.
I ragazzi ci hanno anche tranquillizzato perché hanno affermato che la scelta dell’indirizzo può non essere definitiva. Ad esempio un loro compagno dallo Scientifico è passato all’IGEA per poi concludere il suo viaggio all’Alberghiero.
Confrontandoci, è stato molto interessante capire come anche loro siano nella nostra situazione, quella della “scelta”: si trovano infatti davanti al bivio dell’opzione universitaria, momento per certi aspetti anche più importante del nostro.