lunedì 10 maggio 2010

ritrovare il ritmo giusto

Corro, corro tutto il giorno, comincio la giornata svegliandomi velocemente perché tante sono le cose che devo fare e devo farle in fretta perché altrimenti non riuscirò a fare tutto.
La colazione in piedi, con una mano afferro un biscotto, con l’altra verso il caffè, non ho ancora finito di sorseggiarne l’ultimo goccio che la lavastoviglie è già aperta, pronta ad accogliere la tazzina (anche la lavastoviglie funzionerà con il programma veloce!!).
Questo dà il ritmo alla giornata, è una continua ricerca di “risparmio” di tempo, ma alla fine, di tutto il tempo che ho accumulato cosa me ne faccio?
Lo occupo a fare altre cose velocemente!!
Alzi la mano chi ogni tanto non vorrebbe fermare l’orologio.
Mi piacerebbe riconquistare una dimensione più umana.
Vorrei riappropriarmi di un ritmo tra il moderato e l’andantino, se proprio necessario con qualche accelerando, ma senza mai esagerare e tornando al più presto al “tempo iniziale”.
Non c’è più un istante per pensare, non riesco a prendermi i tempi per riflettere.
Tutto ci porta ad occupare le ore della nostra giornata per intero, senza interruzioni, la sosta è vissuta come ozio quando va bene, perché spesso ci sentiamo in colpa al solo pensiero di sospendere le nostre azioni in favore di un’onesta tregua.
Ho bisogno di silenzio.
Quella assenza di suono che mi permette di espandermi nello spazio circostante, di far parte di ciò che mi circonda, ma gli spazi del silenzio non ci sono più.
I luoghi del silenzio sono scomparsi, smarriti, spariti.
Anche nelle chiese, i luoghi della meditazione, ormai non c’è tregua, c’è sempre qualcuno che deve suonare, cantare, dire, leggere, fare cose che non permettono alla mia mente di riappropriarsi dei pensieri.
Il silenzio ci fa paura, mancanza di suono, uguale mancanza di vita.
Tutto ciò, detto da una persona che ha fatto della musica una professione, per restare in tema, suona stonato!
Ma non è una contraddizione, quello di cui ho bisogno è il silenzio che mi permette di ascoltare, comprendere.
Quando corro, sento, perché non posso ascoltare, il rumore dell’incedere nervoso, teso e stressato dei miei passi veloci, sento distrattamente chi mi passa accanto, sento i rumori di una vita convulsa, estenuante, sfibrata dalla ricerca di……non so dire esattamente cosa, ma pur sempre una vita che corre perché ha premura!
I rapporti umani sono anch’essi scanditi dall’impazienza, dalla fregola di arrivare al dunque, ma al dunque di cosa?
- Se hai un problema dimmelo. Perché non me ne hai parlato prima?
Prima di chi?
Prima di cosa?
Forse il tempo per parlare è adesso, forse prima non c’era un problema.
Arriveremo a pianificare la nostra esistenza in modo da avere sempre tutto sotto controllo, quindi saprò che oggi posso permettermi di essere triste, perché è già programmato che alla mia migliore amica “avanzeranno” quei due o tre minuti che mi permetteranno di parlarle.
Ritmo: successione regolare nel tempo di suoni, accenti, cadenze, movimenti; succedersi più o meno ordinato di varie fasi all’interno di fenomeni di diversa natura.
Questo dice il vocabolario, ma chi stabilisce la velocità della successione, chi fissa la frequenza sull’asta graduata del metronomo della nostra vita?
Le pulsazioni al minuto vanno da 40 a 208, i riferimenti da LARGO a PRESTO, in mezzo ci sono una serie infinita di sfumature, perché in vita dobbiamo continuamente trottare con un prestissimo che ci pressa in modo sempre più incalzante e assillante, lasciando i ritmi moderati, lenti ai momenti della malattia, del dolore, della sofferenza e desolazione.
Perché non possiamo semplicemente rallentare, Chopin scrive: stentando, ritardando, quasi a voler far godere fino in fondo del momento magico che la sua musica ci dona.
C’è il testo della canzone di un cantautore che amo molto che dice:
………C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

………Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

Forse il segreto è tutto nel “tempo sognato che bisognava sognare”
Forse……..
Un sorriso
Lucia Rusconi
http://www.youtube.com/watch?v=hs5x6ZQEWi4

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