Prof. Barbara Cavaletti
domenica 23 novembre 2014
Un altro testo sui cambiamenti che vivono i nostri ragazzi nel corso dell'adolescenza.
Prof. Maria Sala
C aro
diario,
Prof. Maria Sala
QUALI SONO I PRINCIPALI CAMBIAMENTI CHE STAI
VIVENDO? QUALI DIMENSIONI TI SEMBRA DI AVERE IN QUESTO MOMENTO, TI SENTI
''PICCOLO'' O ''GRANDE''?
è
ormai da un po' di tempo che non ti scrivo, ma oggi devo raccontarti un sacco
di cose, enormi cambiamenti avvenuti nella mia vita in un battito di ciglio.
Iniziando
dal fatto che ogni volta che mi guardo allo specchio noto sempre un particolare
diverso, come un fastidioso brufolo, un giorno mi trovo più alta, un altro noto
che i miei capelli sono più chiari del solito, insomma continui cambiamenti che
mi lasciano un po' stupita sulla velocità in cui riescono ad avvenire, non me
ne accorgo nemmeno e da un giorno all'altro cambio sempre di più.
Inoltre
non sono né piccola né grande, insomma una ''via di mezzo'', non capisco il
senso di questa mia posizione, non ho i privilegi di un bambino piccolo, cioè
non posso fare qualsiasi danno e sfoggiare la mia faccia dispiaciuta e non
avere alcuna colpa, ma non posso nemmeno avere i privilegi di un adulto, cioè
prendere delle decisioni e sentirmi importante.
Questa
situazione non mi piace per niente, vorrei essere trattata o come un bambino o
come un adulto, ma purtroppo mi ritrovo in questa ''via di mezzo'' che viene
chiamata adolescenza, tutti la descrivono come gli anni migliori della nostra
vita ma sinceramente, anche se vi sono appena entrata non ne capisco il motivo,
insomma parliamone: ho continue discussioni con i miei genitori anche per cose
inutili, momenti in cui mi sento grande e altri in cui ho bisogno di aiuto per
scegliere come vestirmi, passo da momenti di estrema gioia ad altri in cui
vorrei sparire dalla faccia della terra, provo un tornado di emozioni in una
sola giornata, vivo per piccole cose, mi
provo dei vestiti dell'anno prima che amavo e scopro che non mi vanno più bene
e non accetto il fatto di essere cresciuta ma nemmeno di essere troppo piccola.
Beh...
forse non hanno poi tutti i torti, non è cosi male, insomma a chi capita di
provare tutte le emozioni conosciute dall'umanità in un solo minuto, chi ha la
possibilità di poter scherzare ancora ma anche di essere seri...
Insomma
caro diario in questo periodo sto cambiando moltissimo, tutto quello che ti ho
detto è solo una parte di quello che provo ogni giorno, ovviamente non sto
cambiando radicalmente ma mi trovo in questo stato dove devo ancora capire bene
chi sono e cosa voglio diventare.
In
questo periodo il mio corpo, i miei gusti in fatto di cibo, la mia visione
verso i genitori, verso la scuola, le amicizie, i miei gusti nei vestiti sono
cambiati molto anche se in certi momenti tornano come quando avevo cinque anni.
Tutti
questi cambiamenti avvenuti in modo così veloce penso che, quando crescerò, mi
mancheranno moltissimo, ma per ora devo vivere, assaporare, divertirmi e
godermi ogni singolo minuto di questa ''via di mezzo'' che ha sia i sui lati
negativi che positivi. E poi mi chiedo
se tutti ce l'hanno fatta perché io non dovrei riuscirci? Ce la farò e
continuerò ad affrontare le mie giornate piene di emozioni e a sentirmi ogni giorno diversa, un momento
grande e un altro piccola...
Beh
caro diario io concludo qui, spero che tu abbia capito tutti i cambiamenti che
sto affrontando e la mia situazione di ''via di mezzo'' e spero che tu possa
averli vissuti almeno un quinto di quando li vivo io di persona, buona notte!!
Un’alunna
di 3^C
mercoledì 19 novembre 2014
Tecnologia
Alcuni elaborati grafici realizzati con il programma GEO GEBRA dai ragazzi di seconda
Prof. Barbara Cavaletti
Prof. Barbara Cavaletti
domenica 16 novembre 2014
sabato 15 novembre 2014
giovedì 13 novembre 2014
I ragazzi e le passioni
Durante
il percorso dell’orientamento, i ragazzi di terza sono stati invitati a
riflettere sulla parola passione: ecco il testo di un’alunna che ha cercato di
rispondere alla domanda: “Per realizzare la propria passione, cosa è
assolutamente necessario secondo te?” Prof. Daniela Piazza
Passione. Cosa
significa questa parola? L’etimologia del termine "passio-onis",
deriva dal latino e significa “patire e soffrire”. Cosa ne penso io? Se non hai
una passione allora non capirai mai cosa vuoi dalla tua vita e cosa puoi farne.
Come mai il
termine passione, che noi consideriamo un sentimento bello, significa patire e
soffrire? Magari quello che sto per dire non sarà proprio la risposta corretta,
ma è quello che penso.
Ogni bambino
cresce, e fin dai primi anni di vita scopre di avere un destino; che sia la
musica, il teatro, il ballo o il canto, è quello per cui lotterà.
Ci sono circa due
possibilità su cento di avere successo; l'unico modo per far parte di quelle
due possibilità, è credere in se stessi e lavorare molto. Prendiamo come
esempio Michael Jackson. Come tutti sappiamo, in origine era scuro di pelle, e
a quei tempi essere di colore non ti avvantaggiava. Michael veniva maltrattato
e picchiato dal padre; viveva in una famiglia povera, ma nonostante ciò, non ha
rinunciato alla sua passione per la musica. Questo grande uomo ha saputo
superare difficoltà immense, ma alla fine ha ricevuto un grosso regalo:
realizzare il suo sogno. è stato amato da tutto il mondo e ancora oggi il suo
ricordo non è perduto.
Con questo
intendo dire che per arrivare al 100% di felicità, devi prima superare il 100%
di tristezza. Hai presente quando ti senti apprezzato e desiderato da qualcuno?
Ecco, l'emozione è simile.
La passione è ciò
che ti fa scordare di tutto ciò che ti circonda, ti fa dimenticare la
tristezza, il dolore, la solitudine, la nostalgia; forse è proprio per questo
che le persone povere o con una vita piena di sofferenza, hanno avuto più
successo.
La passione è
come il battito del cuore; ti fa vivere, ma involontariamente.
lunedì 10 novembre 2014
Open Day 2014
Eccovi alcuni filmati dall'Open Day di sabato.
https://www.dropbox.com/sh/f4iigod1onf67ac/AABPvy8tXdO4hzXOiV-uPbYEa?dl=0
https://www.dropbox.com/sh/f4iigod1onf67ac/AABPvy8tXdO4hzXOiV-uPbYEa?dl=0
domenica 9 novembre 2014
Adolescenti
Un altro testo che testimonia il difficile momento di crescita che i nostri alunni di 3^ stanno affrontando. Prof. Maria Sala
COMPITO
DI PRODUZIONE: QUALI SONO I PRINCIPALI CAMBIAMENTI CHE STAI VIVENDO? QUALI
DIMENSIONI TI SEMBRA DI AVERE IN QUESTO MOMENTO, TI SENTI “PICCOLO” O “GRANDE”?
Ciao zio,
Prima di tutto come stai?
Spero bene. Ti scrivo questa lettera per parlarti di me e della situazione che
sto vivendo in questo momento e di come mi sento.
Mi sento come un pesce in
una prateria o come un cavallo in mare, mi sento sempre nel posto sbagliato al
momento sbagliato. Mi spiego meglio: ci sono momenti in cui avrei voglia di
prendere una moto e fare il giro del mondo cavandomela da solo e senza dover rendere
conto a nessuno, oppure vorrei essere tra le braccia calde di mia mamma che mi
dicono:- La mamma ci sarà sempre amore mio-; passo da un estremo all’altro
senza riuscire a trovare un mio assetto e modo di essere. A volte mi trovo ad
un bivio in cui non riesco a prendere una decisione tra “essere grande” o
“essere piccolo”, sto pomeriggi interi a pormi queste semplici domande quando
mi accorgo che il tempo passa e non posso stare lì a fare chissà quale teorema,
ma è così!
Per non parlare della scelta
dei vestiti e la costante revisione per vedere quali mi stanno e quali no. Più
o meno ogni quattro mesi, devo dedicare un intero pomeriggio a fare il mucchio
dei vestiti che mi stanno e quelli da dare in beneficenza, uffa! Vorrei che ci
fossero dei vestiti che riescano ad andarmi bene per almeno un anno,
così da non fare il giro dei negozi costantemente.
Poi c’è anche il mio fisico,
il quale diventato come un estraneo con cui
convivo ogni giorno. Il mio viso è sempre più brufoloso e oleoso e non so più
che creme o pomate mettere per reprimere i vari brufoli che si intrufolano
ovunque. Ogni giorno ne spunta uno nuovo con l’arietta “adesso sono qui e ti
farò compagnia per molto tempo”, ovviamente in senso ironico. Nel giro di un
anno, poi, mi sono trovato con i peli dappertutto, più mi guardo attentamente e
più mi stupisco di come non ci sia quasi nessun punto del mio corpo dove non
c’è almeno qualche peletto; è impressionante!
Ma a parte questo, la cosa
più importante è come devo relazionarmi con il mondo che mi circonda e che
considerazione hanno di me le persone che conosco. Partiamo dal primo punto:
non so proprio come fare: perché non voglio avere la sensazione di uscire
troppo dalle righe ed atteggiarmi a chissà chi, ma nemmeno mostrarmi in soggezione.
In questo momento non riesco a vedere nessun atteggiamento che mi si addica.
Invece il mio comportamento
attuale sembra piacere ad alcuni e ad altri meno. A volte penso che mi vedano
come una persona piccola insicura di se e poco matura, oppure come una persona
con esperienza e sicurezza. Ma io non mi sento in nessuno di questi due modi!
Non so come girarmi e rigirarmi per cercare di trovare me stesso.
Ma stai tranquillo, non sono
così disperato come sembra. Infatti penso che questo momento sia fondamentale
per riflettere e affrontare nuove situazioni, affinché possa arricchire la mia
esperienza. Non devo cercare me stesso, perché non c’è ancora, si sta formando
attraverso questo periodo particolare. Perché io riesca ad affrontare nel
migliore dei modi i prossimi ostacoli ed imprevisti, perché la vita è fatta
anche di questi.
L’adolescenza è per me un periodo di
esplorazione e maggiore conoscenza di me stesso, dove avviene un ulteriore cambiamento
fisico e comportamentale che si avvicina sempre di più a quello che sarò in
futuro. Da adulto, penso che parlerò dell’adolescenza con un bel ricordo, perché
mi ha preparato a vivere con equilibrio e serenità.
Ci vediamo presto.
Testo genere comico
Vi propongo la lettura di questo testo elaborato da una ragazza di 2^. Prof. Maria Sala
Tema
sul genere comico
- Immagina e descrivi un personaggio rendendolo comico; facendo agire il protagonista in piccoli momenti della sua vita quotidiana, esaspera le sue caratteristiche.Puoi far leva sui più svariati tipi umani:
- Il logorroico
- Il vanitoso
- Il pignolo
- Lo spirituale
- L’appassionato di tecnologia
- Lo sportivo
- ………Scegli con cura anche il nome da conferirgli.
Stavo seduta al mio banco a guardare curiosamente chi sarà
il prof. che aprirà la porta della classe. Dopo lunghi minuti di attesa la
porta si aprì, l’aveva aperta un bizzarro personaggio: i suoi capelli erano
ricci e neri e sembrava non avessero mai visto un pettine in vita loro da
quanto erano scompigliati. Possedeva un enorme naso sotto il quale si poteva
facilmente notare un bocca chilometrica.
Anche i suoi vestiti erano strani: una camicia a quadri gialla e dei
pantaloni ricoperti da pezze che coprivano i molteplici fori. Le scarpe quasi
quasi non si vedevano: erano sommerse dai larghi pantaloni tappezzati. Ma si
notava comunque che erano di colori diversi: una era verde e l’altra era rossa.
Non capii subito che si trattava del mio nuovo prof. di
Matematica. Lo scoprii solo quando entrò in modo sbrigativo: sembrava volesse
arrivare alla cattedra il prima possibile o sarebbe successo qualcosa di
terribile. Appena arrivato al suo traguardo, iniziò a presentarsi. Parlava così
tanto e così velocemente che non si capiva niente di quello che diceva. L’unica
cosa che avevo capito era che si chiamava Lingua Lunga e che era il nostro
nuovo prof. di Matematica.
Ci fece aprire libri e quaderni. Cominciò a spiegare:
pensavo che quella continua parlantina non sarebbe mai finita. In un minuto
riuscì a spiegarci le addizioni, le sottrazioni, le potenze, le espressioni, le
frazioni e persino la radice quadrata, che ovviamente nessuno capì. Diversi
miei compagni, non capendo, gli chiesero di rispiegare più lentamente, ma non
avevano neppure finito di parlare che il prof. Lingua Lunga si rimise a parlare
più veloce di prima e di argomenti che non c’entravano nulla.
In giro si era sparsa la voce che il prof. Lingua Lunga
nelle sale d’attesa faceva scappare la gente. Dicevano che appena si sedeva iniziava
a criticare le scomode sedie, le cicche che si trovavano al di sotto di esse e
il loro continuo scricchiolio. Ma non parlava solo di questo: si lamentava
della continua attesa, del brutto giorno di pioggia e addirittura raccontava di
che cosa aveva mangiato a colazione. La gente, come qualsiasi altra persona al
mondo, si spaccava i timpani, non resisteva più alla quella noiosissima
chiacchera e se ne andava. Alcuni miei amici dicono che parli tanto apposta per
superare le lunghe code in sala d’attesa.
Ormai le giornate avendo questo bizzarro prof. passavano e
noi alunni rimanevamo ignoranti. Il prof. aveva subito anche lui leggeri
cambiamenti: i pantaloni che giorni fa rischiavano di cadere, in quel momento
rischiavano di scoppiare. Decise perciò di andare in palestra. Vi chiederete come faccio io a saperlo; la
risposta è semplice: ogni lezione che ci fa gli scappa di bocca qualche
problema personale o qualcosa che gli è successo durante la sera prima o quella
mattina. I miei compagni solitamente non lo ascoltano per il suo parlare veloce,
ma io cerco sempre di capire almeno una minima cosa della lezione.
Io ho un fratello maggiore che per puro caso va nella stessa
palestra del prof. Lingua Lunga. Ogni sabato mattina mi racconta delle sue
esperienze del venerdì pomeriggio con il mio prof. Ieri ad esempio mi ha
raccontato che il prof. stava parlando con il tapirulan. Gli chiedeva come
stava oggi, come andava la vita e stupidaggini del genere. Ma neanche il
tapirulan riusciva ad ascoltarlo e di conseguenza iniziò a girare veloce come non
si era mai visto prima. Il prof. Lingua Lunga non ce la fece a correre così
veloce e rimbalzò all’indietro. Per sua fortuna atterrò sul morbido: era appena
inciampato sulla preside della scuola. Non si accorse subito chi era la persona
su cui era maldestramente atterrato e iniziò a prenderla in giro: le diceva un
sacco di insulti riguardo alla sua gonfia pancia e le chiedeva quante merendine
mangiava al giorno, tutto ciò col suo modo originale di parlare. Non appena si
girò per vedere in faccia la persona che aveva insultato, cercò di rimangiarsi
tutte le parole che aveva detto. Ma ormai era troppo tardi: mio fratello non
riuscì a sentire bene quello che la preside borbottò al prof. Lingua Lunga, ma
vide che il professore se ne andava a penzoloni e che per la prima volta nella
sua vita non parlava.
Il giorno dopo il prof. Lingua Lunga era assente così come
per tutta la settimana. Pensai che la preside lo avesse licenziato mentre erano
palestra. Ma proprio oggi vengo a scoprire che la preside e il prof. Lingua
Lunga si sono sposati e che presto avranno figli e che perciò il mio nuovo
professore di Matematica verrà sostituito da un altro. Quanto al lavoro del
signor Lingua Lunga gli hanno offerto un lavoro come conduttore radiofonico,
lavoro ottimo per le persone chiacchierone.
Ci sono persone veramente strambe nel mondo e il signor
Lingua Lunga non è né il primo né l’ultimo. Ho una certa impressione che ne
incontrerò molte di persone del genere.
Ma la domanda più importante è: chi sarà il mio nuovo prof.
di Matematica? Maschio o femmina, alto o basso, snello o tondo, serio o
strampalato, interessante o noioso, elegante o …. Ops credo di essere stata
contagiata dalla logorroichite.
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