lunedì 28 marzo 2011

Vi presento il tema di un'alunna di terza media che doveva immaginare di ritrovare un libro di memorie di un suo antenato che aveva combattuto durante le tre guerre d'indipendenza italiane. Mi sembra interessante proporvelo innanzitutto perché i contenuti sono rielaborati in modo corretto ed originale; in secondo luogo perché questo testo riesce a farci immedesimare bene nel periodo così denso ed importante per la nostra storia..
Prof. Valeria Mariotti

Il libro, molto più somigliante a un quaderno sgualcito e sudicio, stava sul mio comodino da più di una settimana. Mio nonno mi aveva raccomandato di leggerlo attentamente e di conservarlo sempre; diceva che avrei capito con gli anni il perché.
Quella sera, presi il quaderno tra le mani, lo osservai per ben cinque minuti e poi lo aprii.
Aveva un odore di muffa ed era scritto a mano. La calligrafia era tremolante ma leggibile. I miei occhi iniziarono a scorrere sulle parole impresse sulla carta, ormai gialla, da chissà quanti anni.
Narrava di una guerra, più precisamente della prima guerra d’indipendenza italiana. Continuai a leggere.
“Nell’anno di grazia 1848, era iniziata la prima delle tre guerre d’indipendenza con le quali l’ Italia si sarebbe guadagnata l’ unità.”
Ogni parola di quel manoscritto era solenne, quasi fosse stata scolpita nel tempo.
“Della storia si ricordano sempre le date, i nomi dei grandi condottieri, dei re, degli imperatori, tutta gente importante certo, ma mai quanto i semplici soldati che per la patria hanno dato non solo la vita ma anche ogni più piccolo sforzo, ogni misero respiro. Queste memorie narrano, oltre ai fatti accaduti, anche di loro, della vera Italia”.
Era tutto molto interessante, per gli italiani la guerra non era un modo di conquistare territori, ma un gesto di contrapposizione all’ oppressione dei sovrani. La grande guerra dei re fu per il popolo il modo per far valere, almeno per una volta, il diritto alla libertà e all’indipendenza.
“Al ritiro delle truppe da parte del Papa seppi che tutto era andato perso e dentro di me sentivo crescere un odio profondo verso quel vecchio che aveva scritto nella storia la parola fine, ma tutti erano certi che il popolo italiano non si sarebbe arreso”.
Il misterioso scrittore continuava poi la narrazione dei fatti circa gli accordi di Plombiers tra Cavour e la Francia, e la seconda guerra d’ indipendenza.
“Eravamo forti dell’alleanza con i francesi ma mai e poi mai ci saremmo aspettati quella maledetta pace di Zurigo. Ogni parola pronunciata dal nostro comandante di reggimento riguardo le ultime notizie dalla Francia sulla pace di Zurigo era per noi una pugnalata in pieno petto. Eravamo stanchi e affamati ma ancora abbastanza orgogliosi e forti per non provare disperazione. La domanda che leggevo negli occhi dei miei compagni era:”siamo qui per niente?” Ricordo che quel giorno per la prima ed ultima volta, una lacrima mi rigò il volto.”
Pensando alla gente morta sul campo di battaglia, alla disperazione di una donna rimasta vedova, si capisce perché la guerra sia una cosa tanto orribile; allo stesso tempo però è anche romantica e poetica, la nobiltà delle gesta dei soldati, morire per la libertà, combattere per la propria patria, tutto ciò la rende meno terribile.
“ Quando Garibaldi riuscì a conquistare il Sud Italia la popolazione era in subbuglio. Tutti ammiravano le gesta di quell’uomo il cui valore in battaglia era paragonabile a quello del vecchio Napoleone Bonaparte e il cui animo era puro e giusto”.
Con la spedizione dei 1000 l’ Italia conquistò il Sud della penisola ma gli austriaci gettavano ancora ombra sul Nord. L’ alleanza con la Prussia di Bismark e la definitiva sconfitta degli austriaci con la terza guerra d’ indipendenza aveva unificato l’ Italia. Lo scopo del popolo era stato raggiunto.
“Alla fine dell’ultima guerra mi sono sentito semplicemente felice. Ma cosa avrei potuto fare ora? Iniziai a scrivere questo quaderno di memorie, per non dimenticare mai quanti per la patria hanno dato la vita. Per non scordare che la guerra è romantica ma a tutti fa male e soprattutto per non far diventare la nostra storia una semplice successione d’ eventi.”
Sentivo le ultime parole del libro rimbombare nella mia testa, decisi di non voler dimenticare.

                                                                                                                                                                             Un'alunna di 3^ B

3 commenti:

oofly ha detto...

Molto bello,brava.
Lucia

Anonimo ha detto...

Molto bello, vorrei fare un tema cosí anche io

Anonimo ha detto...

brava! mi sembra di sentire le parole del comandante di reggimento...