mercoledì 18 maggio 2011

Ecco, in una pagina di diario, il racconto di un viaggio speciale.
Prof. Daniela Piazza




Scrivi una pagina di diario su un viaggio, reale o immaginario,in un paese lontano.
Descrivi il paesaggio,negli elementi naturali (colori,odori,suoni…)e culturali, e racconta le riflessioni che suscita in te l’incontro con un’altra cultura.

Caro diario,
oggi ti racconto un viaggio che ho fatto con i miei genitori.
Io e mio fratello volevamo andare in Bulgaria per vedere dove eravamo nati, che posto era e che persone c’erano.
Una domenica del 2 aprile era arrivato il giorno di partire, mio padre prese la macchina per andare in aeroporto.
Quando siamo arrivati in aeroporto, mio padre disse: “Avviatevi e cominciate ad andare a pesare le valigie, cosi possono metterle in aereo, io andrò a parcheggiare l’auto”.
Io e mia madre e mio fratello andammo a pesare le valigie.
Mio padre ci raggiunse e andammo all’imbarco, ci fecero salire sull’aereo e partimmo.
Dopo sei ore di volo il pilota ci disse di mettere le cinture: era l’ora di atterrare.
Io quando sentii che eravamo arrivati guardai dal finestrino e vidi l’aeroporto di Sofia....
Sofia: dove ero nato io
Atterrammo e mio padre mi chiese come era andato il viaggio. Io risposi che era andato tutto bene ed ero tanto felice di essere a destinazione.
Uscimmo dall’aeroporto e mio padre chiamò una persona per sapere dove si poteva prendere l’auto a noleggio.
Prendemmo la macchina e andammo in un hotel a tre stelle.
Arrivammo in albergo, i proprietari ci accolsero con braccia aperte e saluti,  io e mio fratello eravamo felici perché queste persone erano gentili, accoglienti e simpatiche.
Dopo aver sistemato le valigie in camera chiesi a mio padre e mia madre di andare a fare un giro in centro.
Arrivammo in centro, io vidi una una piazza deserta,  strano che in un centro cosi importante non c’erano tante persone.
Dopo aver visto il centro tornammo in hotel per prendere l’auto per andare nel paesino dove era nato mio fratello cioè dove era avvenuto l’incontro prima dell’adozione.
Siamo arrivati al paesino ed era arrivata l’ora di andare mangiare, mio padre consigliò di andare a mangiare in un ristorante che si trovava davanti alla piazza .
Entrammo nel ristorante, io vidi il ristorante vuoto,  c’era solo una coppia che mangiava.
Ci sedemmo, io subito presi un menu ma non capivo niente perché era scritto in bulgaro.
Mio padre chiamò il cameriere per chiedere il menu in inglese.
Tutti noi ordinammo un piatto strano: una grande omelette con dentro pere, uvette e cipolle.
Quando lo assaggiai non era male, a mio fratello non piaceva, i miei genitori erano soddisfatti.
Dopo aver mangiato andammo in centro, questo centro era cosi abbandonato che c’erano solo due mendicanti.
Visto il centro andammo a vedere, finalmente, l’orfanotrofio in cui si trovava mio fratello quando l’hanno adottato.
Mio fratello lo vide cominciò a piangere  e mia madre lo abbraccio per consolarlo.
Mio padre pensò di tornare in hotel. L’indomani andammo a  vedere il mio istituto.
Arrivò il mio giorno per andare ad vedere dove sono cresciuto prima della mia adozione.
Andammo, lo vidi e dissi ai miei genitori :“Voi siete le persone mi avete fatto nascere e voi siete i miei genitori”.
Io questo viaggio ho vissuto un’esperienza un pò triste perché ho rivissuto il periodo in cui ero dentro l'istituto.

Un alunno di 3^A

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sicuramente un testo molto toccante, che mi ha fatto sentire fortunata ad avere una famiglia così bella, anche se certe volte non riesco ad apprezzarla.Bravo, mi ha fatto riflettere molto.