Rose rosse, cuori, cioccolatini, piccoli e grandi gioielli, una spesa per ogni tasca!
Tra pochi giorni sarà la festa della mamma, altro incentivo per entrare in un negozio e acquistare un oggetto con la percezione che chi riceverà, sentirà più forte il nostro amore.
Spero nessuno dei miei figli si butti sui cioccolatini sapendo che ho bisogno di dimagrire!!!
Che mamma sono stata? Che mamma sono? Che mamma sarò?
Spesso me lo chiedo.
Non è vero, non troppo spesso, ma quando accade sento l’inconsistenza, la debolezza e l’inefficacia delle risposte che riesco a darmi.
Ho desiderato i miei figli, non sono arrivati per caso, senza una vera e propria pianificazione è giunto un momento nel quale, il desiderio di maternità (e paternità, i figli si desiderano e si fanno in due) si è fatto sentire prepotentemente, il sogno di dare vita, attraverso noi stessi, ad una nuova esistenza e di condividere il nostro amore con un altro essere umano, è stato grande.
Prima Paolo, poi Giorgia.
Che madre sono stata? Che madre sono? Che madre sarò per le mie due splendide creature?
Non lo so e forse non lo saprò mai.
Quanti errori ho fatto?
Sicuramente tanti.
Se tornassi indietro forse cambierei alcune cose, modificherei alcuni atteggiamenti, direi parole diverse, userei toni differenti, ma se mai tutto ciò fosse possibile, probabilmente non basterebbe e avrei bisogno di tornare indietro ancora e poi ancora, un viaggio nel tempo senza fine, un moto perpetuo, eterno e noi non abbiamo l’eternità.
E allora?
Allora resto così come sono, con una sola certezza, la consapevolezza di amarli.
Li ho amati ancor prima di averli concepiti e spero sia questo a restare nei loro cuori e nei loro pensieri.
Amarli, amarli sempre
Amarli per ciò che sono, senza chiedere, amarli per ciò che sono, senza volerli cambiare e rendere simili a un modello di figlio che ognuno di noi ha in mente.
Amarli quando ti riempiono il cuore di gioia, ma anche quando ti feriscono.
Amarli quando hanno bisogno solo di te, ma anche quando il loro desiderio di vita autonoma diventa così dirompente da far sembrare il “prima” privo di importanza e interesse.
Amarli quando tutto va bene e l’orgoglio ci fa gonfiare fino a farci scoppiare e amarli talmente tanto che quando i problemi rendono la loro vita complicata riusciamo a restare nell’ombra e freniamo il desiderio di dare buoni consigli, di indicare loro la via e nel silenzio, continuiamo a dare comprensione e sostegno.
Amarli quando prendono decisioni che ti aspetti, ma anche quando la fatica a riconoscere come sensate e avvedute le loro scelte, diventa così pesante, da portarci a voler urlare tutta la sofferenza e la disapprovazione che il nostro grido è in grado di esprimere e invece sussurriamo “ti voglio bene”.
Amarli durante le crisi che noi “adulti” riteniamo banali dimenticando troppo spesso le frustrazioni che ci hanno accompagnato alla loro età.
Amarli talmente tanto da riuscire ad essere sempre sinceri in modo sereno e non incombente
Amarli se ti riempiono di coccole e abbracci, ma amare anche la loro riservatezza e il loro pudore nell’esprimere i sentimenti.
Semplicemente amarli.
Che mamma sono?
Che figlia sono?
Aiuto.
Questo è ancora più difficile, se nessuno ci insegna ad essere mamme, nello stesso modo nessuno ci insegna ad essere figlie.
La doppia valenza porta con se un’infinità di complicazioni, difficoltà, sforzi.
La doppia valenza fa vivere lo stato di mamma in rapporto allo stato di figlia, lo stato di mamma comparato a quello della tua mamma
E’ così complicato che anche la scrittura diventa contorta e macchinosa, quindi mi limiterò a fare gli auguri a tutte le mamme anzi, a tutte le donne che hanno preso per mano i propri figli, o i figli di altri, o semplicemente un essere umano e con amore li hanno accompagnati per un breve o lungo o lunghissimo percorso.
Auguri anche ai figli, magari domenica, con un fiore, ma anche senza, date alle vostre mamme un lungo abbraccio, ne saranno sicuramente felici e conserveranno il calore del vostro amore con cura nello scrigno del cuore che appartiene solo a voi.
Se poi volete esagerare, scrivete su un foglietto “ti voglio bene” lo conserveranno con attenzione e ogni volta che sentiranno il peso delle difficoltà state pur certi che quel biglietto tornerà tra le loro mani e strapperà loro un sorriso facendole ripartire, perché le mamme, ripartono sempre, o almeno ci provano.
Un sorriso
Lucia (Rusconi)