Non so quale sia stata la molla che ha fatto scattare in me il desiderio di scrivere, ma sta di fatto che non passa giorno che io non senta irrefrenabile, incontenibile il desiderio di prendere carta e penna.
E’ una bramosia che diventa necessità “vitale” di fissare i pensieri, di renderli visibili, tangibili.
Quando scrivo è come se potessi toccare, sfiorare le mie riflessioni.
Afferro un’idea, la custodisco con cura nelle mie mani, la osservo attentamente mentre prende forma durante il trasferimento sul foglio bianco che l’accoglie e, rileggendo, scopro che ciò che mi viene restituito, ha tante sfumature che il pensiero stesso non era riuscito a farmi percepire.
Riguardando a distanza ciò che scrivo, scopro un mondo fatto di particolari, piccoli dettagli che raccontano frammenti della mia esistenza e che non potrei rivivere se non li avessi fissati e resi senza tempo.
Sono forse un po’ arcaica ed ho quindi bisogno di carta e penna, a quel punto la mano diventa prolungamento naturale della mia mente, la quale trattiene la penna che scorre guidata dal pensiero. Non riesco ad aver le stesse sensazioni con la tastiera del computer, questo è un limite mio, ma adoro avere un po’ ovunque e sempre a portata di mano, piccoli quaderni sui quali posso, nei momenti in cui semplicemente ne sento il desiderio, appuntare, fermare una parola, una frase, un pensiero.
Ho scritto queste parole per consigliare a tutti di mettere nero su bianco ciò che ritenete apprezzabile nella vostra giornata, fermarsi, meditare, ponderare, serve a frenare un po’ la smania, l’impazienza, la frenesia con la quale siamo abituati a vivere, serve a ritrovarsi, a prendersi un po’ di tempo per se stessi e perché no, ad evadere di tanto in tanto cercando nella propria immaginazione ciò di cui abbiamo bisogno.
La parola scritta mi ha aiuta a trovare i “perché”, a non perdermi, a tenere uno stretto contatto con me stessa e non importa a chi scrivo o che qualcuno legga ciò che scrivo, ciò che importa è che le parole si fissino sulla carta in una sorta di immobilità che però è anche continuo movimento perché le parole muovono i sentimenti, le emozioni, le immaginazioni, le menti.
Scrivere, leggere, spegnere ogni tanto la tecnologia e accendere il cervello.
Un sorriso Lucia Rusconi