lunedì 9 gennaio 2012

Riflessione


Dalla redazione del giornalino

Cari Lettori,
vorrei soffermarmi a riflettere sul contenuto dell’articolo “Siamo liberi sì, ma schiavi di noi stessi” apparso sul giornalino di dicembre.
Il titolo non mi è sembrato forte, ma mi ha  colpito: “Cosa mai vorrà dire colei/colui che ha scritto questo?” Eh sì, se avete letto il giornalino (Villovagando) saprete che lo/la scrittore/scrittrice è voluta/o restare anonimo/a. E no, neanche noi della redazione sappiamo chi sia! Non posso negare di non avere mai avuto il dilemma “cosa mi metto” prima di venire a scuola. La paura di essere giudicata male prende spesso (anzi quasi sempre) il sopravvento sulle mie decisioni mattiniere. Ho accolto la sfida dello/a scrittore/scrittrice e oggi (9 Gennnaio 2012) non ho indossato vestiti di marca. Contenta di rivedere le mie compagne e felice di guardare loro negli occhi e sorridere loro sinceramente.
Spero che dopo questi commenti possa il ghost writer  apparire ancora…sarò felice di leggerlo.

4 commenti:

martina parravicini ha detto...

Noi del giornalino volevamo fare un commento sul misterioso ma molto interessante articolo il cui titolo fa: “Siamo liberi, si,ma schiavi di noi stessi”anche se può sembrare un po’ forte racchiude in se un significato profondo e riflessivo che noi ragazzi facciamo fatica a capire ma è molto importante.
Leggendolo attentamente ho ripensato a quante volte ci poniamo problemi assurdi come ad esempio quello descritto nell’articolo: la marca del vestito,il suo colore, l’abbinamento giusto con le scarpe…. Lo scrittore ha perfettamente ragione e penso proprio di poter superare la “sfida”!

domiziana scarano ha detto...

si, io sono d'accordo con questo articolo.
Penso che lo scrittore voglia comunicare di non pensare solo ai vestiti, ai giochi, ai telefonini o altro ma di pensare agli aspetti meravigliosi della vita vera e propia.

Anonimo ha detto...

un consiglio per colui/colei che ha
paura di essere malgiudicata perchè per un giorno non ha portato vestiti di marca:
l'importante è che piacciano a te,poi se piacciono anche agli/alle amici/amiche meglio.
essere non avere, gli/le amici/amiche non possono giudicarti simpatico/a o antipatico/a solo dai vestiti: sarebbe come giudicare un libro dalla copertina.
vestiti come ti pare e non preouccuparti

Anonimo ha detto...

Il fatto di avere un o una così profonda/o e sentimentale scrittore/scrittrice anonimo/a nella redazione è sicuramente un fatto emozionante che crea un'atmosfera piacevolmente misteroisa.
Non sappiamo chi è ma sicuramente è uno di noi...uno di noi.
Essendo molto probabilmente che il/la coraggiosa/o scrittrice/scrittore sia una/un ragazzino/a tra gli 11 e i 13 anni non ci vorrà molto tempo prima che il mistero sarà svelato,con la rivelazione del tanto ricercato identikit.