giovedì 2 dicembre 2010

Abbracci gratis!

Voglio raccontarvi e condividere un'esperienza voluta e vissuta da me la scorsa settimana.

E' nato tutto da un abbraccio fatto ad un'amica e alla successiva riflessione che, sempre più spesso rifuggiamo il contatto umano fisico, quasi avessimo paura del contagio, dell'influsso negativo che ciò potrebbe avere su di noi, quasi avessimo paura del giudizio degli altri.
Da qui un'idea, forse un po' folle, forse un po' stravagante, ma pur sempre un'idea: regalare abbracci!
Ho pensato di recarmi a Milano, in Piazza Duomo, con un cartello in mano con scritto sopra REGALO ABBRACCI, una provocazione per attirare l'attenzione delle persone che sempre più spesso corrono senza accorgersi neppure di chi gli passa accanto.
Mi sono documentata e ho scoperto che nel 2006, un gruppo di ragazzi aveva dato vita ad un evento simile a quello che stavo mettendo in atto, ma si trattava di ragazzi giovani, con un'età compresa tra i 20 e i 25 anni, età dalla quale io sono ormai molto lontana e quindi con un impatto diverso sulla gente.
Ho chiamato alcune amiche che nonostante le perplessità, hanno risposto positivamente.
Ed è così che mercoledì 24 novembre alle ore 14.00 mi sono trovata sotto l'arco d'ingresso della Galleria di Milano a regalare abbracci ai passanti.
Eravamo in sei, ma per ragioni diverse e motivazioni rispettabilissime, quattro delle mie amiche hanno deciso di assistere, fotografare,ma non essere parte attiva.
Per due ore e trenta circa abbiamo distribuito calore umano a chiunque lo volesse, non soltanto a parole,ma anche attraverso il contatto dell'abbraccio.
Quanto segue è ciò che ho scritto la sera stessa per trasferire sulla carta le emozioni appena provate.
Se ne avete voglia, leggete e magari fatemi sapere cosa ne pensate.












24.11.2010

Giornata di abbracci
Tanto timore ha accompagnato i miei pensieri durante le ore che hanno preceduto la mia giornata di abbracci.
Sulla metropolitana che mi avrebbe condotta in piazza Duomo,mentre la mia amica Carla mi parlava, guardavo le persone cercando di immaginare quale reazione avrebbero avuto se io avessi estratto il mio cartello con scritto “REGALO ABBRACCI”.

Il timore di essere respinta in modo sgarbato.
Il timore di trovarmi in situazioni che avrebbero potuto mettermi a disagio.
Il timore della scortesia.
Il timore.........
Il timore è stato sopraffatto dal desiderio di mettere in pratica ciò che il mio cuore mi aveva suggerito, dal desiderio di manifestare amore e affetto per il prossimo, chiunque fosse.

Siamo spesso completamente “impacchettati”, avvolti, chiusi nella calotta che separa il nostro spazio vitale da quello degli altri, abbiamo paura di espanderci di aprirci, volevo dimostrare che è possibile strappare un sorriso e lasciare nelle menti il tarlo della domanda, del perché e quindi la necessità di una riflessione da fare con se stessi o con chi si conosce.
Un caffè, quattro chiacchiere e il mio progetto poteva prendere forma.

Un cartello con scritto REGALO ABBRACCI in mano e l'avventura poteva iniziare.
Siamo state fortunate, il primo approccio è stato positivo, l'abbraccio accettato con entusiasmo e i timori sono svaniti.
Volti incuriositi di chi si domandava e ci domandava perché?
Volti diffidenti di chi ha paura, che poi ci hanno regalato la fiducia lasciandosi abbracciare e ricambiando l'abbraccio.
Volti diffidenti che invece a testa bassa hanno svicolato.
Volti tristi che forse avrebbero voluto, desiderato un po' di calore, ma con occhi carichi di delusioni, talmente colmi da non potere aggiungere altre possibili fregature.
Volti solari, aperti di chi ci correva incontro a braccia aperte.
Volti altezzosi di chi si sente sopra ogni cosa, sopra ogni sentimento e non può permettersi di modificare neppure un passo del proprio tragitto e ci ha frettolosamente gettato un sorriso freddo, distaccato e di compatimento.
Volti con occhi dolci e malinconici, di chi ha bisogno di quell'abbraccio come consolazione necessaria e inaspettata.
Volti di chi avrebbe voluto abbracciarci, ma non osava e solo dopo due o tre passaggi riusciva, non solo ad abbracciarci,ma anche a chiedercelo.
Volti giovani,sorridenti.
Volti maturi.
Volti sui quali è possibile leggere una vita dura.
Volti con i tratti somatici di etnie diverse.
Volti che resteranno a lungo nel cuore.

Alcune risposte alla domanda - Vuoi un abbraccio? -:
Grazie è un dono meraviglioso ne avevo proprio bisogno.
No grazie
Ma certo!
Che bello
E poi cosa vuole?
Non capisco il senso
Di quale associazione fate parte?
No,perché poi mi rubi il portafogli!!! (solo uno)
Sììì posso avere anche una foto
Ne ho già dati tanti....

Mi soffermerei un momento su quest'ultima risposta.
Sarebbe bello potervi far vedere gli occhi, l'espressione delle persone che hanno dato questa risposta
alle parole “ne ho già dati tanti” lo sguardo aggiungeva “senza ricevere nulla”.
Forse proprio loro erano quelli che avrebbero avuto veramente bisogno di un abbraccio gratuito, disinteressato, ma abbiamo portato sorrisi e rispetto non potevamo essere invadenti.
Posso dire che tornando a casa ho sentito una grande stanchezza fisica, ma un appagamento completo come quando ci si rende consapevolmente conto d'aver fatto qualche cosa di bello, dignitoso solo ed esclusivamente, con le proprie risorse personali.

Un sorriso

Lucia

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non posso che dire che lei e' una persona veramente incredibile, sono molto contenta che sia l'insegnante dei miei due figli ..spero trasmetta loro la passione ... che e' riuscita a rendere scrivendo questa esperienza. Grazie una mamma