I ragazzi di 2^C impegnati nella realizzazione di un packaging
Prof. Barbara Cavaletti
giovedì 28 gennaio 2016
domenica 17 gennaio 2016
Giornalino
Esperienze
Eravamo tutti congelati, ma il paesaggio stupendo di quelle montagne innevate che illuminate dal sole sembravano rosa, ci riscaldava.
Alla sera io e le mie amiche siamo state prese da un po’ di nostalgia per la fine della gita. Non abbiamo lasciato, però, che questa nostalgia avesse il sopravvento: credo, infatti, che il segreto sia non rimpiangere troppo il passato ma ricordarlo con piacere per poi godersi il presente insieme alle persone che si amano.
MEZZOLDO: LA CAMMINATA
SOTTO LA NEVE
di Van Buggenum Giulia
Mezzoldo,
classi prime. Ci svegliamo con una grande sorpresa: la neve! Terminata la
colazione il Don ci ha invitato a metterci gli scarponi: tutti pronti per una
camminata fino a Passo San Marco, il sole ci accompagnava. È stata
un’esperienza stancante, ma allo stesso tempo meravigliosa. All’andata tutti si
tiravano palle di neve per non pensare alla fatica della salita. Quando siamo
arrivati in cima è stato un vero sollievo! Una decina di minuti nella baita per
riscaldarci un po’ e poi siamo subito ripartiti per tornare in albergo. Dalla
strada si alzava una nebbia sottile, simile a vapore…fantastico: la neve che si
stava sciogliendo creava questo scenario suggestivo. Abbiamo preso tante
scorciatoie rischiando di scivolare un po’ di volte sulla neve fresca. Arrivati
in hotel eravamo tutti fradici…e affamati!!
Ripensando a
questa esperienza mi accorgo che è stato un regalo di mille emozioni: ad un
certo punto del tragitto, abbiamo addirittura superato le nuvole! Davanti ai
nostri occhi è apparso uno spettacolo: un “cerchio” di montagne ci abbracciava.
Eravamo tutti congelati, ma il paesaggio stupendo di quelle montagne innevate che illuminate dal sole sembravano rosa, ci riscaldava.
Alla sera io e le mie amiche siamo state prese da un po’ di nostalgia per la fine della gita. Non abbiamo lasciato, però, che questa nostalgia avesse il sopravvento: credo, infatti, che il segreto sia non rimpiangere troppo il passato ma ricordarlo con piacere per poi godersi il presente insieme alle persone che si amano.
Padiglione
Spagna: esperienza Expo
di Gatti Francesca
Visitare “Expo:
nutrire il pianeta, energia per la vita” ci
ha permesso di vedere tanti
paesi uniti per un unico tema: fame zero nel mondo, che è anche lo slogan dell’ ONU. L’
ONU è un’associazione che raccoglie fondi per dare cibo ai bambini. Grandi scatole piene di soldi offerti
dai visitatori per questo nobile scopo ci ricordavano, ad ogni passo, che la
generosità esiste ancora. Visitando il padiglione della Spagna abbiamo osservato la varietà di cibi
presenti nel paese; questi erano
scritti in tre lingue: italiano, lingua del nostro paese, sede dell’evento,
spagnolo lingua del paese rappresentato dal padiglione e infine inglese una
delle lingue più conosciute al mondo. Abbiamo potuto osservare valigie su cui
scorrevano parole in associazione, ad esempio “arance= vitamine”, “zucchero=
calorie”. All’ interno vi era anche un albero interamente realizzato con
cartelloni i quali riportavano espressioni riguardanti il pranzo e la cena. Mi
ha colpito molto vedere così tante persone nel padiglione …chissà se la visita
all’Expo ha permesso loro di riflettere su un tema così complesso che coinvolge
il mondo intero.
OPEN DAY: LABORATORIO DI MATEMATICA
di Novaresi Marco
All’ Open Day della Scuola secondaria di
Primo grado era presente un laboratorio di matematica gestito dalla prof.
Magni. I bambini che visitavano il laboratorio venivano subito coinvolti in
un’attività: ricevevano dei fogli sui quali era disegnato un castello di Halloween.
Il lavoro consisteva nel trovare e colorare almeno 5 forme geometriche all’
interno della struttura. In seguito veniva dato loro un foglietto con tanti
puntini da unire: completato il lavoro, appariva una figura legata al tema di
Halloween come una bara, una ragnatela, un mostro, una zucca… Infine si
dovevano scrivere su un cartellone le iniziali del proprio nome e cognome all’
interno di una forma geometrica. Mi è piaciuta questa esperienza perché è stata
molto interessante e inaspettata… I bambini mi sono sembrati molto attenti e
si sono divertiti: dopo questa giornata hanno sicuramente capito un po’ di più
che cosa li aspetta e che cosa significa fare matematica alla scuola media!
MEZZOLDO…in
maschera
di Bonzi Irene
Ogni anno la
scuola media si trasferisce per qualche giorno a Mezzoldo, un tranquillo
paesino sperduto tra le montagne della Val Brembana.
Lì, durante
il pomeriggio, dopo aver giocato e camminato, io e i miei compagni abbiamo
seguito dei laboratori su specifici temi. Quest’anno, per il tema di Expo
Milano 2015, ci è stato proposto di costruire delle “maschere di frutta”. Ci hanno
diviso in coppie e ci hanno spiegato come avremmo dovuto creare dei frutti con
la pasta di sale per poi metterli insieme così da formare le maschere. All’inizio
ero un po’ diffidente, mi sembrava un po’ una presa in giro…ma comunque mi sono
messa in gioco e ci ho provato.
Abbiamo
iniziato a lavorare con tutto il nostro impegno… a volte i frutti non erano proprio
perfetti così chiedevamo aiuto alle ragazze che realizzavano dei veri e propri
capolavori. Alla fine però ci siamo accorti che il risultato finito più che un
capolavoro sembrava una vera opera d’arte: le nostre “opere” erano quasi più
belle di quelle dell’Arcimboldo!!!
Il
laboratorio è stato un’esperienza molto istruttiva perché mi ha insegnato a
collaborare anche con persone che non considero le mie amiche più strette:
lavorare in gruppo è stata un’occasione per conoscere meglio i miei
compagni.
In forma per l’Open Day
di Cantù Chiara
Il 24 ottobre si è svolto l’Open
Day della scuola. Ai nuovi studenti e ai loro genitori sono state presentate le
materie di studio della Secondaria di primo grado attraverso molte attività che
gli studenti avevano preparato nelle settimane precedenti. Per esempio, nelle
aule si potevano incontrare gli insegnati di Italiano, Inglese, Spagnolo, Musica
e nel parco si poteva fare conoscenza con una delle più affascinanti attrazioni
della nostra scuola: il ponte tibetano, che, per l’occasione, era stato allestito
con dei palloncini colorati che creavano una atmosfera accogliente e divertente.
L’obiettivo del professor
Radaelli era di far fare ai ragazzi un’esperienza di fiducia sfruttando le loro
capacità di equilibrio, ma non da soli, perché ciascuno di loro era
accompagnato da uno studente del Collegio.
Non tutti i ragazzi che hanno partecipato all’attività hanno avuto le stesse reazioni: alcuni hanno trovato difficile attraversare il ponte, mentre per altri è risultato un gioco da ragazzi. Ai più piccoli e ai meno temerari, anziché la traversata del ponte era proposto un passaggio sulla carrucola, una specie di skilift appeso ad una corda.
Non tutti i ragazzi che hanno partecipato all’attività hanno avuto le stesse reazioni: alcuni hanno trovato difficile attraversare il ponte, mentre per altri è risultato un gioco da ragazzi. Ai più piccoli e ai meno temerari, anziché la traversata del ponte era proposto un passaggio sulla carrucola, una specie di skilift appeso ad una corda.
Molti genitori hanno chiesto ai “ragazzi
guida” dell’Open Day informazioni sugli obiettivi da raggiungere annualmente e si
sono dimostrati molto interessati al corso di piscina.
Alla fine della mattinata c’era
entusiasmo nell’aria e tutti erano felici di aver contribuito attivamente alla
buona riuscita dell’attività.
Giornalino
Attività scuola
Il progetto di tecnologia
di Lipari Antonella
Elisa greco Rebecca Buelli
INTERVISTA
ALLA PROF. MORANDI
di Bellotti Chiara, Bonzi Irene
Abbiamo rivolto delle domande alla
prof. Morandi sulla materia che insegna, arte.
Ci ha risposto con un tono dolce ed
era molto felice che due sue alunne si interessassero a intervistarla sulla sua
materia.
NOI: Quando è nato in lei il
desiderio di insegnare Arte?
PROF: Da sempre, da quando ero in
seconda media, grazie alla mia prof. di Arte che mi ha incoraggiata a coltivare
questo sogno.
NOI: Le piace insegnare la sua
materia?
PROF: Sì, tantissimo! E se tutti
considerano insegnare un lavoro, io lo considero la mia vita.
NOI: Quale altra materia avrebbe
voluto insegnare con piacere?
PROF: Forse tecnologia e matematica
perché le ho già insegnate in passato.
NOI: Le piace di più insegnare ai
ragazzi ancora inesperti o a quelli con più esperienza?
PROF: Amo insegnare a tutti, l’unica
cosa che “richiedo” ai miei alunni è l’essere puri di cuore.
NOI: Secondo lei com’è l’arte in
Collegio? C’è qualcosa da migliorare?
PROF: Ci sono tanti laboratori d’arte
al collegio, ma per avere un risultato migliore dovrebbero esserci più ore e
più materiali.
Essendo terminato il tempo, abbiamo
deciso di concludere qui la nostra intervista. Da queste risposte abbiamo
subito capito di essere molto fortunati ad avere una prof. di Arte così
appassionata, così esperta e con così tanta voglia di trasmettere il suo sapere
a noi, i suoi alunni.
Sapete chi è la Prof.ssa Cavaletti? È la docente di tecnologia della scuola
Secondaria di I grado. Per il primo progetto realizzato insieme a lei abbiamo
usato dei materiali semplici:
ü Pezzo di
legno da 20x20 cm
ü Dei chiodini
ü Compasso
ü Goniometro
ü Matita 3h
ü Gomma
ü Riga
E’ stata una sorta di iniziazione ai lavori tecnici per noi ragazzi di I
media. Maneggiare un goniometro, un compasso, mettere dei chiodini con molta
precisione e collegare il tutto con dei fili colorati ha messo a dura prova la
nostra precisione e pazienza, ma ci ha introdotti in un mondo particolare, dove
la nostra fantasia e le nostre abilità manuali possono camminare insieme. I
risultati sono stati buoni (per essere la prima volta!), continuando di questo
passo e affinando le varie tecniche raggiungeremo sicuramente livelli molto
alti.
Nulla si sa ancora della prossima sfida…vi terremo aggiornati sui
progressi.
Per ora auguriamo a tutti Buon Lavoro e Buone Feste.
Cellulare in classe: sì o no?
di Brambilla Carolina
Lo Smartphone non si può usare in classe. Occorre
tenerlo nello zaino, preferibilmente spento. Il Prof. lo può sequestrare e non
ridarlo più allo studente.
Nel caso in cui il cellulare venga requisito, bisogna
andare con i genitori dal Preside della sezione per recuperarlo.
Adesso una risposta arriva anche dagli economisti: “se
volete che i vostri ragazzi abbiano risultati scolastici migliori, lo
smartphone si dovrebbe lasciare a casa”.
Ho intervistato alcuni compagni su questo tema.
Alcuni hanno risposto che il cellulare in classe
sarebbe utile perché
Puoi
fare foto dei lavori, usare la calcolatrice, scrivere su whatsapp.
Puoi
giocare con giochi nei momenti di pausa
Puoi
rispondere al cellulare tenendoti sveglio se la lezione è noiosa
La maggior parte però ha risposto che il cellulare in
classe non ci deve essere perché:
·
È una distrazione per gli alunni e non fa
concentrare
·
Si può copiare durante i test
Sembrerà strano… ma su 33 studenti ben 19 erano per il
NO.
Il cellulare è una distrazione che non aiuta gli
studenti, spreca il potenziale degli alunni in quanto invoglia i ragazzi a
guardarlo e usarlo portandoli lontano dal lavoro classe.
Insomma,
spegniamo il cellulare, accendiamo il cervello.
NOI MONACI AMANUENSI…
di Van Buggenum Giulia
In Storia
abbiamo studiato il monachesimo e ci siamo soffermati soprattutto sulla vita
dei monaci analizzando le varie attività in cui erano impegnati nel monastero.
La prof. ci ha proposto un’interessante attività laboratoriale. Ci sono state
consegnate delle fonti tratte dalla Regola di San Benedetto da Norcia. Dopo
aver letto e compreso i testi assegnati, abbiamo scelto la frase che ci piaceva
di più e che più ci aveva colpito. A questo punto l’abbiamo ricopiata su un
cartoncino e per la prima lettera abbiamo realizzato una miniatura tutta
decorata…proprio come facevano i monaci amanuensi! Non solo abbiamo imparato a
lavorare in gruppo, ma abbiamo anche scoperto e sperimentato come lavoravano i
monaci e questo ci ha aiutato a sviluppare il nostro interesse nei loro
confronti.
Personalmente,
penso che sia meglio lavorare a gruppi che leggere sul libro perché così impariamo
a stare anche con persone che non sono i nostri migliori amici; queste
attività, inoltre, ci permettono di imparare facendo e ci rimangono impresse
più di una pagina del libro di Storia!
I monaci
amanuensi di 1D e 1B non hanno mantenuto il silenzio tipico da monastero…ma
sono riusciti a creare lavori stupendi che, legati insieme con dello spago, hanno
formato un vero e proprio manoscritto!
FAVOLE DA PESCARE
di Gatti Francesca
Pescate, pescate che abbiamo un lavoro da ultimare…
Questo laboratorio di scrittura creativa è stato svolto con
tanto amore: ecco le fasi di lavoro.
1.pescare un proverbio
2. creare una favola che avesse come morale il proverbio
estratto
Abbiamo lavorato in gruppo con gran fatica tra indecisioni,
litigi…non è facile mettere d’accordo le idee e i diversi punti di vista! Alla
fine, però, ce l’abbiamo fatta.
Dando un tocco d’arte queste storie sembrano quasi scritte da
scrittori dell’ ‘800: sono decorate da piume, pon pon, occhietti roteanti e
brillantini luccicosi.
Mi è piaciuto molto questo laboratorio perché al posto di
leggere libri noiosi, noi scrittori moderni siamo stati protagonisti e abbiamo
dato libertà alla nostra immaginazione. Questa attività è piaciuta soprattutto
a chi ama scrivere perché ci è stata data la possibilità di esprimersi ma anche
chi non ha la passione della scrittura ha avuto modo di manifestare la propria
creatività decorando le favole e rendendole vere opere d’arte!
Il programma veicolare
La nostra scuola ha un programma unico: il programma veicolare.
Esso consiste nello studio in lingua inglese di materie che normalmente
vengono studiate in italiano.
Nella nostra scuola il programma veicolare è presente alle elementari,
alle medie e alle superiori.
Al Villoresi le materie studiate in inglese sono geografia, scienze,
narrativa, informatica, arte e, ovviamente, inglese.
I professori che insegnano queste materie sono tutti di provenienza
anglosassone.
Il programma prevede anche la possibilità di ottenere le certificazioni
di lingua inglese dell’Università di Cambridge.
Questo programma rappresenta un’ottima opportunità per noi studenti.
Secondo me questo
programma speciale aiuta gli studenti ad approfondire lo studio della lingua
inglese applicandolo allo studio delle altre materie e permette perciò di
arricchirsi su più fronti.
Il veicolare è una forma diversa di insegnare, offre la possibilità di
imparare in un'altra lingua e con un altro metodo. Per questo noi abbiamo
deciso di intervistare alcuni Prof veicolari, semplicemente per scoprire qualcosa
in più su come la pensino gli insegnanti e come vogliano trasmettere la loro
lingua nativa a noi ragazzi, bisognosi di imparare.
Vediamo come si sentono i prof veicolari:
Fincken: “Io amo esserlo!”
Kirkegaard: “E’ molto eccitante
perché prima insegnavo in Danimarca”
Eh già, a molti insegnanti inglesi
piace essere dei prof veicolari.
E i ragazzi? Sono bravi? O vi
hanno delusi?
Fincken: “Penso che sia molto bello poter parlare con loro in inglese e
studiare materie insieme a loro.
Chase: “Sono intelligenti e hanno un grande senso dell’umorismo!
Lavorano molto duramente, il veicolare è difficile. È molto impegnativo,
infatti, ma c’è una ricompensa.”
Engel: “I miei studenti sono
ottimi.”
Kirkegaard: “Sono molto
impressionato nel vedere tanti bambini italiani parlare inglese molto bene.”
Che dire… complimenti a tutti noi studenti, dopo questa frase non possiamo
che essere soddisfatti! Adesso vi vorremo informare di qualche curiosità
Chase: “Mi piace salire tutte le volte e tutti i giorni le scale per passare da una classe all’altra, fai esercizio anche senza andare in palestra.”
Kirkegaard: “Ho più libertà nell’ impostare il programma.”
Ringraziamo i Prof del veicolare che ci hanno dedicato il loro prezioso tempo e ci hanno aiutato a capire cosa significa e si prova.
VIVA IL VEICOLARE
·
IL
COMPUTER A SCUOLA SERVE?
di D'Alessandro Edoardo
Al
Collegio Villoresi ogni studente ha il proprio PC che può essere utilizzato
durante le lezioni su indicazione dell’insegnante. I Prof ci ricordano spesso che il computer è come un
libro o un quaderno: è il nostro strumento di lavoro, bisogna sempre portarlo a
scuola e serve per tutte le materie!
·
TABELLA DELLE ORE IN CUI POSSIAMO USARE IL COMPUTER
1
|
Musica
|
2
|
Mate, ita, geo,
inglese
|
3
|
Tecnologia e
informatica
|
1
|
App
|
2
|
App
|
3
|
App
|
|
Finale
note Pad
|
|
Word-PowerPoint
|
|
Word PowerPoint
|
1
|
Prof
|
2
|
Prof
|
3
|
Prof
|
|
Rusconi
|
|
Magni,
Ceppi, Nitan.
|
|
Cavalletti,
Silva
|
(La
tabella serve a capire come e in quali ore e con quali prof. usiamo il
computer).
Ecco
alcune tra le più frequenti domande sull’uso dei proposte dagli studenti:
·
IL COMPUTER SI PUO’ USARE DURANTE IL BREAK O L’INTERVALLO?
Il
computer non si può usare durante i break perché gli studenti possono
divertirsi in altri modi: hanno a disposizione calcetti, ping pong e spazi
all’aperto…quindi, almeno in quei momenti, il computer non serve!
·
SUL COMPUTER SI PUO’ USARE GOOGLE?
Sì,
ma solo per cercare immagini o fare ricerche… non per giocare o andare su YouTube!
·
IL COMPUTER DOVE SI PUO’ USARE?
Il
computer si può usare solo in classe e, se serve, a casa. Meglio evitare in
altri luoghi perché si rischia di perderlo.
·
IL COMPUTER SERVE ANCHE PER RICERCHE?
Sì, il computer si può usare anche per fare ricerche ma solo se
richiesto dalla prof. Fino ad ora ci sono state proposte ricerche dalle prof.
di Italiano, matematica e inglese .
Per me il pc è utile,
ma non è necessario usarlo in tutte le materie perché esistono anche i quaderni
e i fogli per scrivere ancora con carta e penna, abitudine che non dobbiamo
perdere.
Se lo usi bene non può
essere una forma di distrazione, ma lo diventa molto facilmente.
Io lo uso solo per fare
ricerche o per andare su Google, su quello della scuola però non ho giochi
perché sarebbero solo una fonte di distrazione.
L’anno scorso usavo il
pc solo per Informatica, come in tutte le scuole. La bella novità di quest’anno
è che il suo utilizzo è previsto in tutte le materie!
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