mercoledì 22 ottobre 2014

Testo argomentativo



Un’alunna di terza ha sviluppato  una riflessione sugli zoo: questi possono essere considerati “lager”  o un’occasione di conoscenza degli animali?
Prof. Daniela Piazza
La parola “zoo” deriva dal greco, e significa “animale”. Gli zoo si sono diffusi nel corso del diciannovesimo e ventesimo secolo; il primo ad avere uno zoo, fu un imperatore cinese (circa 300 anni fa) e lo chiamò “Giardino dell’intelligenza”. Il parco, che si estendeva su una superficie di 600 ettari, dava la possibilità di osservare animali vivi. A quel tempo un parco di questo tipo era considerato una rarità, mentre oggi, gli zoo sono una delle attrazioni più diffuse, e sono alla portata di tutti, in tutto il mondo.

Purtroppo, però, ancora oggi, alcuni zoo non si trovano in ottime condizioni, e per gli animalisti queste strutture sono dei carceri dove gli animali vengono usati e ridotti in schiavitù: “Lo zoo, come tutte le strutture all’interno delle quali vengono imprigionati esseri viventi, per il diletto umano, non ha senso di esistere ora, come quando è stato concepito” dice Massimo Camparotto ( Presidente OIPA Italia Onlus) e aggiunge “ l’evoluzione della società civile deve andare in senso opposto rispetto al messaggio degli zoo, ovvero che una specie ha il diritto di ridurne in schiavitù altre”.

È un’ opinione interessante la sua, perché negli zoo, nonostante siano un possibile riparo per gli animali, questi vivono rinchiusi in gabbie, senza niente da fare, e sotto il controllo di una persona. Essi verrebbero continuamente osservati da una “specie” che non conoscono, e avrebbero anche una limitazione di libertà.

Gli zoo, inoltre, non sono l’unico modo per poter osservare, conoscere o studiare un animale. Esistono i documentari televisivi, oppure i viaggi nei paesi esotici, e penso che si riuscirebbe a studiare meglio gli animali.

Renato Massa (professore di Biologia animale e di Conservazione della natura presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e naturalista) dichiara in un’ intervista che  “ ogni animale è un ergastolano esposto agli sguardi del pubblico e nessun genitore dovrebbe portare il proprio figlio in uno zoo, perché non è educativo conoscere gli animali dietro le sbarre, e di certo, non insegna il rispetto per la vita”.

Nessuno mette in dubbio che lo zoo abbia una funzione importante nel combattere il rischio di estinzione, ma di certo non si può ridare la bellezza di un ambiente abitato dalla sua fauna. E penso che la salvaguardia di una specie in via di estinzione da parte dello zoo, sia un patetico tentativo per rimediare alla distruzione o inquinamento del nostro pianeta da parte dell’uomo.

Molte volte infatti, gli animali vengono sforzati o stressati. Ogni animale ha il diritto di vivere in libertà e riprodursi nel suo ambiente naturale.

Che la gabbia sia in buone condizioni o no, o che sia grande, la libertà è irraggiungibile per gli animali. All’interno delle gabbie, gli animali possono ammalarsi o impazzire soprattutto per il troppo stress.

Alcune specie non possono nemmeno stare isolate, ma non avendo contato questo dettaglio, spesso gli animali finiscono in depressione, come nel caso di uno scimpanzé dello zoo di Roma, che per 40 anni ha continuato a urlare contro chiunque gli passasse davanti.

Anche nel parco di Rotterdam, nel maggio 2007, si è verificato un caso di violenza dovuto allo stress, il responsabile è Bokito (un gorilla di 11 anni) che è scappato dalla gabbia e ha ferito alcuni visitatori. Sono molti anche i casi di morte all’interno dello zoo, dovuti a malattie psichiche degli animali.

In alcuni zoo, gli animali vengono costretti a fare degli spettacoli. Questo non rispetta la loro dignità, e li porta a uno stress continuo, come ad esempio, nel caso di Tillikum (orca) che nel 2009 durante uno spettacolo, ha ucciso l’addestratore.

“Siamo stati allo zoo di Fasano”- spiega una giovane mamma – “gli animali non sono curati bene, ma forse è normale visto che sono animali selvaggi, però è stato molto strano vedere leoni e tigri addormentati, come se fossero stati sedati o fossero annoiati...”

Una ragazza di diciannove anni dice: “Ieri sono andata allo zoo, ho visto gli animali, ma mi davano una sensazione di tristezza, sembravano privi della scintilla, quasi disinnescati, abulici …”

Penso che gli zoo non trattino molto bene gli animali, e se anche ce ne fosse uno migliore degli altri, penso che non sarebbe mai perfetto, perché un posto dove gli animali vengono rinchiusi non può rispettare le abitudini degli animali proprio perché, le loro abitudini non possono prescindere dalla prigionia.

Secondo Giorgio Celli (politico, entomologo, scrittore, etologo, docente universitario e conduttore televisivo) gli zoo assomigliano molto ad ospedali psichiatrici, o a campi di concentramento nazisti, dove gli animali sono confinati in spazi angusti.

Per finire, credo che gli zoo sfruttino solo gli animali, li maltrattino e trattino come “spazzatura”.

Questa è la filosofia del dominatore, “l’animale deve assecondare l’uomo o morire” e lo zoo, secondo me, ne è l’espressione.

                                                                                                                

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo perfettamente con lei . Anche secondo me lo zoo non è per niente un posto educativo e bello .
Quando sono andata allo zoo vedevo gli animali stesi e stressati, praticamente "senza vita " e l'ho trovato molto demotivante . Per me i bambini non dovrebbero più essere portati agli zoo ma piuttosto in qualche riserva naturale dove gli animali possono vivere la loro vita.