Un’alunna di terza ha sviluppato una riflessione sugli zoo: questi possono
essere considerati “lager” o
un’occasione di conoscenza degli animali?
Prof. Daniela Piazza
La
parola “zoo” deriva dal greco, e significa “animale”. Gli zoo si sono diffusi
nel corso del diciannovesimo e ventesimo secolo; il primo ad avere uno zoo, fu
un imperatore cinese (circa 300 anni fa) e lo chiamò “Giardino dell’intelligenza”.
Il parco, che si estendeva su una superficie di 600 ettari, dava la possibilità
di osservare animali vivi. A quel tempo un parco di questo tipo era considerato
una rarità, mentre oggi, gli zoo sono una delle attrazioni più diffuse, e sono
alla portata di tutti, in tutto il mondo.
Purtroppo,
però, ancora oggi, alcuni zoo non si trovano in ottime condizioni, e per gli
animalisti queste strutture sono dei carceri dove gli animali vengono usati e
ridotti in schiavitù: “Lo zoo, come tutte le strutture all’interno delle quali
vengono imprigionati esseri viventi, per il diletto umano, non ha senso di
esistere ora, come quando è stato concepito” dice Massimo Camparotto ( Presidente
OIPA Italia Onlus) e aggiunge “ l’evoluzione della società civile deve andare
in senso opposto rispetto al messaggio degli zoo, ovvero che una specie ha il
diritto di ridurne in schiavitù altre”.
È
un’ opinione interessante la sua, perché negli zoo, nonostante siano un
possibile riparo per gli animali, questi vivono rinchiusi in gabbie, senza
niente da fare, e sotto il controllo di una persona. Essi verrebbero
continuamente osservati da una “specie” che non conoscono, e avrebbero anche
una limitazione di libertà.
Gli
zoo, inoltre, non sono l’unico modo per poter osservare, conoscere o studiare
un animale. Esistono i documentari televisivi, oppure i viaggi nei paesi
esotici, e penso che si riuscirebbe a studiare meglio gli animali.
Renato
Massa (professore di Biologia animale e di Conservazione della natura presso
l'Università degli Studi di Milano Bicocca e naturalista) dichiara in un’
intervista che “ ogni animale è un
ergastolano esposto agli sguardi del pubblico e nessun genitore dovrebbe
portare il proprio figlio in uno zoo, perché non è educativo conoscere gli
animali dietro le sbarre, e di certo, non insegna il rispetto per la vita”.
Nessuno
mette in dubbio che lo zoo abbia una funzione importante nel combattere il
rischio di estinzione, ma di certo non si può ridare la bellezza di un ambiente
abitato dalla sua fauna. E penso che la salvaguardia di una specie in via di
estinzione da parte dello zoo, sia un patetico tentativo per rimediare alla
distruzione o inquinamento del nostro pianeta da parte dell’uomo.
Molte
volte infatti, gli animali vengono sforzati o stressati. Ogni animale ha il
diritto di vivere in libertà e riprodursi nel suo ambiente naturale.
Che
la gabbia sia in buone condizioni o no, o che sia grande, la libertà è
irraggiungibile per gli animali. All’interno delle gabbie, gli animali possono
ammalarsi o impazzire soprattutto per il troppo stress.
Alcune
specie non possono nemmeno stare isolate, ma non avendo contato questo
dettaglio, spesso gli animali finiscono in depressione, come nel caso di uno
scimpanzé dello zoo di Roma, che per 40 anni ha continuato a urlare contro
chiunque gli passasse davanti.
Anche
nel parco di Rotterdam, nel maggio 2007, si è verificato un caso di violenza
dovuto allo stress, il responsabile è Bokito (un gorilla di 11 anni) che è
scappato dalla gabbia e ha ferito alcuni visitatori. Sono molti anche i casi di
morte all’interno dello zoo, dovuti a malattie psichiche degli animali.
In
alcuni zoo, gli animali vengono costretti a fare degli spettacoli. Questo non
rispetta la loro dignità, e li porta a uno stress continuo, come ad esempio,
nel caso di Tillikum (orca) che nel 2009 durante uno spettacolo, ha ucciso
l’addestratore.
“Siamo
stati allo zoo di Fasano”- spiega una giovane mamma – “gli animali non sono
curati bene, ma forse è normale visto che sono animali selvaggi, però è stato
molto strano vedere leoni e tigri addormentati, come se fossero stati sedati o
fossero annoiati...”
Una
ragazza di diciannove anni dice: “Ieri sono andata allo zoo, ho visto gli
animali, ma mi davano una sensazione di tristezza, sembravano privi della
scintilla, quasi disinnescati, abulici …”
Penso
che gli zoo non trattino molto bene gli animali, e se anche ce ne fosse uno
migliore degli altri, penso che non sarebbe mai perfetto, perché un posto dove
gli animali vengono rinchiusi non può rispettare le abitudini degli animali
proprio perché, le loro abitudini non possono prescindere dalla prigionia.
Secondo
Giorgio Celli (politico, entomologo, scrittore, etologo, docente universitario
e conduttore televisivo) gli zoo assomigliano molto ad ospedali
psichiatrici, o a campi di concentramento nazisti, dove gli animali sono
confinati in spazi angusti.
Per
finire, credo che gli zoo sfruttino solo gli animali, li maltrattino e trattino
come “spazzatura”.
Questa
è la filosofia del dominatore, “l’animale deve assecondare l’uomo o morire” e
lo zoo, secondo me, ne è l’espressione.
1 commento:
Concordo perfettamente con lei . Anche secondo me lo zoo non è per niente un posto educativo e bello .
Quando sono andata allo zoo vedevo gli animali stesi e stressati, praticamente "senza vita " e l'ho trovato molto demotivante . Per me i bambini non dovrebbero più essere portati agli zoo ma piuttosto in qualche riserva naturale dove gli animali possono vivere la loro vita.
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