sabato 18 maggio 2013

Tema storico: Racconto di un lavoratore inglese del '700

Propongo la lettura di questo interessante tema storico svolto da un'alunna di 2^C
Prof. Valeria Mariotti

 RACCONTO DI UN LAVORATORE INLESE DEL ‘700
 
 
 

È passato ormai quasi 1 anno da quando io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in città. Durante questo anno a Londra la mia vita è stata totalmente stravolta.
Prima ero un artigiano, vivevo in campagna, avevo una bottega e sfamavo la mia famiglia grazie ai soldi che guadagnavo vendendo le mie scarpe.
Adesso niente è più come prima. Sono costretto a lavorare ore ed ore vicino ad enormi macchinari che producono la lana per poi tornare a casa con solo pochi spiccioli in tasca, necessaria a sfamare i miei ragazzi. Le condizioni di noi lavoratori in fabbrica sono pessime. Ci fanno mangiare solo 2 volte al giorno e se ci lamentiamo, ci bastonano. Ogni giorno vedo morire i miei compagni sotto il fumo delle macchine e spero solo di non essere il prossimo.
 
Proprio ieri il mio caro amico John ha perso una mano sotto la macchina e come lui molti altri. I proprietari delle fabbriche per arricchirsi fanno lavorare anche donne e bambini, li trattano come schiavi, li fanno faticare come cani e li pagano pochissimo. Alla fine del giorno di lavoro torniamo tutti a casa stremati, pieni di lividi, sporchi e a volte anche gravemente malati.
 
Questo è quello che siamo costretti a vivere ogni giorno, nient’altro che fatica, sofferenza e dolore. E purtroppo non sono solo i lavoratori dell’industria tessile a dover soffrire in questo modo , come noi tutti lavoratori in Inghilterra. Noi, che speravamo che trasferendoci in città avremmo potuto arricchirci e trovare lavoro, abbiamo solo trovato l’inferno. Per me andare a lavorare è come andare in guerra, non ho mai la certezza di ritornare a casa ed abbracciare mia moglie e miei figli.
Certo si può dire che questi cambiamenti hanno fatto si che la produzione della lana, come anche la produzione di ferro e di carbone incrementassero moltissimo, ma qui gli unici che ci hanno guadagnato sono stati i ricchi. Ormai quei tempi in cui ero felice con la mia famiglia in campagna e le fabbriche non avevano ancora rimpiazzato le piccole ma accoglienti botteghe, sono solo ricordi, splendidi ricordi.


1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissimo lavoro. bravissima!!! mi è piaciuto molto