domenica 17 marzo 2013

Fiaba composta dai ragazzi di I C in scrittura collaborativa
Prof. Maria Sala




LA FORESTA DI CEMENTO

 
C'era tanto tempo fa una foresta di cemento: era un ambiente cupo, tutto era fermo ad eccezione del vento che per non annoiarsi se ne andava a spasso fra pini, betulle, cespugli di bacche e di more; non c' era neanche una foglia che si muoveva, i salici piangenti non avevano lunghe corde verdi ed ondeggianti, ma solo muri grigi e spenti. C' era anche una cascata ferma simile alla corteccia di un pino. Tutto era stato causato dal Mago Grigio. Quest' ultimo non era il classico mago gentile bensì lo stregone più crudele e perfido di sempre. La sua avidità si capiva da come si muoveva, perché ad ogni passo ghignava ma, soprattutto, dalla sua voce spaventosamente spaventosa e la pennellata finale era il suo vecchio e rozzo mantello; ovviamente grigio. Proprio lui cementificò, oltre alla foresta, un villaggio chiamato Avira che, con l'avvento del duro e freddo materiale grigio, cambiò completamente. L' erba diventò un mare di rigidi steli, gli alberi si pietrificarono e i frutti divennero immangiabili.  Al crudele Mago venne l' idea di mettere alla prova, con un percorso ad ostacoli tortuoso e pieno di insidie, tutti coloro che avrebbero provato a liberare la foresta dall' oppressione del cemento. All' interno di Avira vi era un magnifico e immenso castello dove risiedevano un principe e una principessa un po’ diversi dal normale. La Principessa Azzurra invece di essere la solita ragazza posata, delicata, gentile con tutte le persone, era tutta "all' incontrario": ad esempio non c' era giorno che non andasse a caccia insieme alle guardie e pensate, che accoppava più animali di quanti loro ne uccidevano. Invece, il Principe Aggraziato non era il solito principe valoroso, con una chioma d' oro, con il cuore puro da ogni peccato era tutt' altro: era una donnicciola, l' unica cosa a cui pensava erano le unghie e la sua vita era noiosamente tranquilla, per lui la più grande sciagura era quella di uno sbeccamento dell' unghia; adorava curare l' estetica e non era per niente un avventuriero.  Azzurra voleva salvare il villaggio, ma il popolo, anche conoscendo le grandi potenzialità della fanciulla, non era d'accordo: pensava che una principessa non sarebbe mai riuscita a sconfiggere il Mago e sarebbe morta nella foresta. La Principessa, che di certo non si sarebbe mai arresa, decise che sarebbe partita di nascosto il giorno seguente insieme al suo amato Principe Aggraziato. Dovete sapere, miei cari lettori, che ci dovette litigare per farlo venire con lei infatti, secondo voi, il Principe Aggraziato avrebbe preferito restare in castello o andare nella foresta di cemento? Comunque lo convinse a andare. La ragazza, sapendo che il viaggio verso la foresta sarebbe stato lungo, si svegliò all’alba e partì. La passeggiata si presentò più lunga del previsto perché Aggraziato restava sempre indietro per soffermarsi ad ammirare il suo bel volto. Dopo lunghe ore di camminata, i due arrivarono davanti ad una foresta che sembrava normalissima ma... appena Azzurra mise un piede al suo interno, di colpo essa diventò tutta di cemento; eh sì ... era proprio lei: la Foresta di Cemento! Mentre i due si guardavano intorno, da un enorme quercia, comparve il Mago Grigio che, ghignando, disse: " E voi sareste i due poveri illusi che hanno intenzione di fermarmi?" La principessa, con voce decisa, rispose: " Sì e sappi che questa volta sarai tu a perdere." Il Mago ribattè: "Va bene; allora dovrete affrontare una prova: dovrete trovare uno specchio d'oro e riportarmelo senza esporlo alla luce del sole perché altrimenti esso si scioglierà; se non ce la farete vi aggiungerete alla mia collezione di statuette di cemento. Ah, non sapevano proprio più chi mandare se hanno scelto il principe e la principessa di Avira. " esclamò il Mago sbellicandosi dalle risate. I due si voltarono e fecero finta di non sentire. Azzurra pensò che fosse una prova facilissima ma gira e rigira, la foresta sembrava infinita perchè, essendo tutta grigia, spenta e senza significato, non potevano capire se erano già passati per un certo posto quindi lo specchio non si trovava fin quando... Aggraziato esclamò : " Lo sento; è il profumo di uno specchio; è lo stesso odore degli specchi del castello", al che Azzurra chiese stupita: " Sei sicuro? E poi come fai a ricordarti il suo profumo?" Aggraziato rispose seccato :"Sai, ci sto davanti dodici ore al giorno al minimo." Aggraziato aveva ragione perché a non pochi metri da dove essi si trovavano c'era lo specchio:" Visto te l'avevo detto!" disse Aggraziato trionfante. " Grazie, non c'è l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto." rispose Azzurra "Però adesso dobbiamo portarlo dal Mago." ma quando Azzurra prese in mano lo specchio dorato, sentì una sensazione stranissima: tutto il corpo di colpo ricevette come una fiammata di calore ed ella ricordò le parole del Mago : '" Non esponetelo alla luce del sole altrimenti esso si scioglierà." allora buttò a terra lo specchio per paura che il calore che sentiva dentro se era un raggio solare che la colpiva. Aggraziato un po' scocciato disse : "Ascolta, siamo quasi arrivati alla fine di questa oppressione e mi vuoi dire che ti vuoi fermare proprio adesso? ". " No, hai ragione. " e con molto coraggio Azzurra prese in mano lo specchio. Poi si incamminarono. La principessa, saggiamente, decise di strisciare in modo da coprire lo specchio dai raggi solari. Anche se la strada fu lunga e faticosa riuscirono ad arrivare davanti al Mago; Aggraziato ,senza neanche farlo apposta, gli puntò lo specchio addosso e di colpo il Mago si polverizzò; sul suolo rimase solo il suo perfido mantello. La foresta fu un’ esplosione di colore che passò dallo spento grigio al giallo acceso delle foglie cadute, all'acceso blu del acqua, allo smorzato marrone delle cortecce... 


La natura si risvegliò improvvisamente dopo il lungo e cupo sonno. I cervi tornarono a colorare la natura con i loro salti e le splendide danze, gli scoiattoli ripresero a rosicchiare le gustose ghiande, i gufi di notte ricominciarono a cantare ed emettere il loro tipico verso, gli insetti si rimisero all'opera per impollinare i fiori e la cascata non sembrava più la corteccia di un pino ma era tornata a scorrere. Anche la vegetazione cambiò: nei prati si videro spuntare funghi rossi vermiglio ed a pouà, gli alberi iniziarono a produrre frutti commestibili e fiori meravigliosamente belli reincominciarono a profumare l' aria di fresche fragranze di pesco, ciliegia, rosa e melo.  Anche ad Avira tornò tutto normale apparentemente. In realtà si respirava nell' aria un sottile strato di tensione perché tutti credevano che, per salvare il villaggio e restituire a tutto vita e colori, i due sovrani si fossero sacrificati. La tensione sparì quando da lontano si videro spuntare le sagome della principessa e del principe con il sinistro mantello del Mago Grigio in mano. Dopo diversi giorni sul castello fu posto un grande striscione con scritto: "Davanti alle avversità mai fermarsi !". Il regno aveva imparato che si può uscire vittoriosi anche nelle situazioni più difficili e quelle che si credono impossibili; la speranza deve essere l' ultima a morire!

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissima!!! Complimenti ai tre scrittori!!!