“Voi date poca cosa dando ciò che possedete.
E' quando date voi stessi che date veramente.
C’è chi dona del molto che possiede, e lo fa per averne riconoscimento, ma questo segreto desiderio rende bacato ciò che dà.
C’è chi dona con gioia e in quella gioia sta la sua ricompensa.
E c’è chi dà con sofferenza e in quella sofferenza sta la sua purificazione.
E c’è chi dona senza conoscere sofferenza, né ricercare gioia o merito alcuno.
E’ con le mani di persone siffatte che Dio parla, ed è da dieto il loro occhi ch’Egli sorride alla terra.
Buona cosa è dare quand’è richiesto, molto meglio quando nessuno chiede, donando per comprensione.
Tutto quanto possedete un giorno sarà dato.
Quindi date ora, così che la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
Sovente voi dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli".
Le piante del vostro frutteto non dicono così e nemmeno le greggi del vostro pascolo.
Esse danno al fine di poter vivere, giacché trattenere vuol dire morire.
Chi merita di ricevere i suoi giorni e le sue notti, è certo degno di ricevere da voi ogni altra cosa.
E chi ha meritato di bere dal mare della vita, merita di riempire la sua coppa al vostro ruscello.
Quale maggior merito potrà mai esserci di quello che sta nel coraggio e nella fiducia, anzi nella carità di chi riceve?
E chi mai siete voi che gli uomini debbano strapparsi il petto e denudare il loro orgoglio così che possiate vedere nudo il loro merito e sfacciatamente la loro fierezza?
Badate anzi tutto d’essere voi degni di dare divenendo del dare uno strumento.
Poiché in verità è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi reputate donatori, non siete che testimoni.
Quanto a voi che ricevete – e voi tutti ricevete - non caricatevi del peso della gratitudine che può diventare giogo su voi e su chi vi ha dato.
Piuttosto levatevi come in volo con chi ha dato e con i suoi doni.
Poiché dedicare troppo pensiero al vostro debito è dubitare della generosità che ha la terra feconda come madre , e Dio come padre.”
Cos’è il Natale se non il mistero d’amore. Il Padre che invia il Figlio in terra per la salvezza di tutti. Dono che non chiede riconoscenza, dono gratuito del Padre ai suoi figli. Questo gesto così impegnativo prende forma nella nostra vita ogni volta che doniamo l’unica cosa che ci appartiene realmente – il nostro tempo – per gli altri.
Casa sono tutte le ricchezze del mondo se non le possiamo condividere con qualcuno. Che significato hanno i doni “solo” acquistati, quelli senza amore dentro. Natale è una festa , una grande festa, facciamo sì che i nostri doni non siano solo l’espressione del nostro bisogno di non sentirci soli. Non cadiamo nell’inganno di sentirci giusti perché possiamo elargire cose, proviamo a vivere questi giorni nello stupore della ricerca della rivelazione.
Riempiamoli di attesa, di
momenti speciali, dedicati a chi amiamo, a chi ci è vicino, mettendo sempre “tanto
amore dentro”.
Buon Natale
Lucia
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