domenica 21 dicembre 2014


RIFLESSIONE

Cosa mi rende felice? Gli amici principalmente. Sia quelli che conosco da una vita, sia coloro che conosco da poco tempo.
C'é una persona in particolare che mi rende felice in questo periodo. È il mio migliore amico. Tante persone dicono che non esiste un' amicizia tra maschio e femmina, eppure noi siamo la prova che dimostra l'esatto contrario.
Come riesce a rendermi felice? Parlando, scherzando, ridendo, ma soprattutto facendomi capire che ci tiene a me, che mi vuole bene. Non vorrei trasmettere l'idea che lui sia la ragione della mia felicità, perché non é esattamente così.
Lui ne prende parte, ma ci sono tante altre persone, come ad esempio i miei amici più cari, le mie migliori amiche; e da non dimenticare, la mia famiglia. In poche parole ciò che mi rende davvero felice é essere amata e avere la possibilità di poter ricambiare.
Quando una persona sorride e capisci che la ragione del suo sorriso sei tu, quella si chiama felicità.
Lara Protopapa

Dalla redazione del giornalino

COSA MI RENDE FELICE?
Ecco cosa si rispondono alcuni ragazzi della secondaria di I grado


Per quanto possa sembrare strano, regalare un sorriso a qualcuno è ciò che mi rende veramente felice, che sia un amico o uno sconosciuto, questo non ha importanza, ma secondo me al giorno d' oggi, non c'è più gente che abbia veramente il coraggio di definirsi felice per paura che la loro felicità venga stroncata dalla cattiveria di tutti. Avete mai fatto caso che la maggior parte delle volte che si chiede a qualcuno "Come stai?" nove vote su dieci la risposta è "Si tira avanti..." o "Si potrebbe stare meglio..." è raro sentirsi dire "Mai stato meglio!" Sicuramente, non è sempre facile, ma se tutti noi, quando al mattino aprissimo gli occhi e affrontassimo ogni azione della giornata con un pizzico di ottimismo, sono sicura che staremmo tutti meglio. Non dico di fare l'azione buona della giorno tanto per dire "Ok, io ho fatto del mio e sono a posto", ma se si vede qualcuno in difficoltà fermarsi un minuto per dedicargli semplicemente del tempo, lo assicuro a tutti quanti che fa del bene sia a chi lo riceve sia a voi stessi. A me, e spero a tutti, rende felice sapere  di essere richiamata nei pensieri di qualcuno prima di dormire e lasciare un’impronta positiva nel cuore di chi fino a poco tempo prima non sapeva neanche chi fossi.
Questo è ciò che rende felice me.


Ciò che mi rende davvero felice è sciare con mio papà in mezzo al bianco; sentire l'ebbrezza del fresco che ti scivola sul collo e lo stridore degli sci mentre fai le curve......osservare il magnifico paesaggio sulla seggiovia, ma soprattutto vedere papà un po’ più tranquillo e che non pensa solo ai problemi legati al lavoro.........tutto ciò mi rende davvero felice!!! Un'altra importante cosa che mi rende felice è il vedere che, pian piano, il sogno di diventare ingegnere aeronautico, diventa sempre più reale!!


Cosa c'è di più bello di avere degli amici sinceri, che ti accettano per quello che sei e non per quello che hai? 
Gli amici che non hanno paura di dirti che hai sbagliato, perché loro ti fanno capire quello che sbagli e se hai sbagliato qualcosa. Gli amici di cui ti puoi fidare e si fidano di te, quelli a cui puoi dire tutto, quelli che non si stancano mai di ascoltarti o semplicemente di stare con te, quelli con cui stai ore al telefono parlando delle cavolate più assurde, quelli che sono babbi come te, quelli con cui fai discorsi interminabili, spesso senza senso e con i quali scoppi a ridere senza una vera e propria ragione.
Gli amici che ti fanno sentire importante, speciale e unica anche con un "Ti Voglio Bene" perché il loro Ti Voglio Bene è diverso da quelli comuni, è il loro! 
Quelli essenziali, senza i quali ti senti persa, che anche solo dopo un giorno in cui non li vedi ti mancano come non ti manca nient'altro al mondo .
Quelli con cui ridi, scherzi, parli, piangi, spettegoli, insomma quelli con cui ti diverti a non finire. 
Gli amici che ti capiscono anche se dici una cosa senza senso.
Gli amici veri!



Una volta ho sentito dire che le cose più belle nella vita non sono cose, e credo sia proprio così: una persona non deve attaccarsi troppo a un qualcosa di materiale, ma deve cercare di essere libera. Ciò che mi rende più felice sono le amiche, quelle vere, le belle giornate, ridere, la mia musica o quando lavoro duro e i risultati che ottengo sono soddisfacenti. È bello quando passo di momenti spensierati con le persone che ci sono sempre, qualunque cosa accada. Mi rende felice quando, al mare, riesco a mettermi sdraiata sul dondolo con un piede che penzola e guardo il tramonto con le rondini che volano rasoterra. Mi rende felice come un libro può farmi ridere, piangere o farmi sentire coinvolta. Una cosa che amo è la mia musica perché è il suono dei pensieri. Un piccolo abbraccio mi rende felice.


La cosa che più mi fa felice è lo sport, in particolare lo sci. Provo tantissime
soddisfazioni, sia a salire sul podio sia a semplicemente finire una pista. La
sensazione migliore della mia vita è sentire il vento sulla faccia, le gambe che
bruciano ma che allo stesso tempo sentono il freddo attraverso la tutina. La
costante vocina nella testa che un momento dice di fermarti e il momento dopo di
non farlo mai: se voglio migliorare devo sfruttare ogni secondo di allenamento.
La seconda cosa che mi rende davvero felice è la coscienza che anche se ci sono
i momenti che mi sento odiata, o circondata da gente che non mi apprezza per
quello che sono, ci sono quelle tre o quattro persone che mi vogliono bene e che mi
stanno vicino nei momenti belli e brutti. La consapevolezza di avere un'amica che
anche se si trova a 600 kilometri di distanza da me, riesce comunque a rendermi
felice, con un semplice buongiorno ricevuto per messaggio o una mezz'oretta al
telefono parlando di niente.


Fortunatamente ho una vita abbastanza felice. Ci sono molte cose che mi fanno sorridere, la maggior parte sono cose semplici: gli abbracci, i complimenti, stare con i miei amici.
Ovviamente anche i regali sono ben accetti ma sinceramente, mi basta che gli altri mi facciano gli auguri al compleanno e a Natale.
Mi rende felice vedere le persone felici.  Se per strada, uno sconosciuto, sorride tra sé e sé, in qualche modo fa sorridere anche me.
Non potrei scegliere un solo stimolo di felicità, ma se c'è una cosa che ha il potere di cambiare il mio umore in un secondo è la musica. Ascolto musica in ogni occasione possibile, se potessi, lo farei anche a scuola. Se mi sento triste oppure è stata una brutta giornata le uniche cose di cui ho voglia, sono le cuffie e il mio iPod. Penso che ci sia una canzone per ogni momento, infatti ascolto musica anche se sono già felice.
Cantare, pur essendo stonata, mi fa dimenticare qualsiasi problema.
Per concludere vorrei scrivere una frase che mi ripeto quasi ogni giorno: "Non importa quanto la gente ti ferisce, vivi sempre senza odio."
Da quando provo a farlo, sono molto più serena.


Mi rendono felici le cose che per me sono significative. Mi rende felice stare con la mia famiglia, con il mio cane, cucinare dolci e stare con i miei amici. Ma la cosa che mi rende più felice di tutte è stare con mia sorella. Per me lei è la mia vita, se non ci fosse non saprei cosa fare. Quando ero piccola, non avevo mai niente da fare e dicevo sempre alla mamma:” Mamma mi annoio!!! Cosa posso fare???” ed una sera, la mamma chiamò me ed il papà e disse (riferendosi a me): “Presto avrai una sorellina!!!” Io, dopo aver sentito quella frase, mi misi a piangere di gioia!!! Non ci credevo ancora!!! E l’ultima cosa che mi rende davvero felice è la musica, suonare gli strumenti. Io suono il pianoforte da cinque anni e mezzo e quando suono mi apro, mi libero da tutto: come se stessi volando.  
Mi fa felice sapere che qualunque cosa accada, bella o brutta, ci sarà sempre qualcuno che vorrà aiutarmi e non mi lascerà mai sola; mi rende felice sdraiarmi sul divano con le cuffie e ascoltare la musica, perché in essa mi sento libera di pensare quello che voglio, senza che nessuno mi giudichi. Mi rende felice la mia famiglia, perché non mi lascerà mai sola. A me rende felice ridere con le amiche serenamente ed essere tranquilla.
Può sembrare un piccolo momento ma per me è un’eternità la felicità. Mi rende felice stare con la mia famiglia perché sono fortunata ad averla. Mi rende felice avere degli amici che quando sono triste mi regalano un sorriso, perché ci sono stati nei momenti difficili e io ci sarò per loro. È bello sapere che qualunque cosa succeda tu puoi contare su qualcuno, avere qualcuno che ti fa sentire unica e speciale. Mi rende felice veder gli altri sorridere e ridere, perché un giorno senza una risata è un giorno perso. Mi rende felice un semplice abbraccio dalle mie amiche, quelle vere. Le cose più belle nella vita succedono all’improvviso. All’improvviso ti vedi le stelle che brillano sopra la tua testa, il sole che splende nel cielo blu e il mare, che ci mente: sembra azzurro ma in realtà è trasparente. Mi rende felice sentire la musica che esprime le mie emozioni. Sentire per la millesima volta quella musica speciale in cui mi perdo ogni volta che la ascolta. Quella canzone speciale con delle parole che vorresti dire ma non ne hai il coraggio. E poi c’è l’alba che è stupenda, so che di solito quello bello è il tramonto ma l’alba rappresenta l’inizio di un nuovo giorno, di un nuovo momento, di una nuova eternità di felicità.
La cosa che mi rende più felice non è una cosa materiale, ma è una persona:
ALESSIA, LA MIA MIGLIIORE AMICA.
Lei è una persona fantastica, sa ballare, cantare, parlare perfettamente l’inglese.
Ma la cosa che sa fare meglio è rendermi felice, quando sono triste lei sa cosa dire e cosa fare. 
Lei mi vuole bene per quello che sono.
Qualche volta mi insegna alcune parole in inglese, vari passi di danza.
Cara Alessia, se stai leggendo sappi che ti voglio bene.


Godersi la felicità è la cosa più bella perché la vita è piena è piena di ostacoli che devi superare con le cose e le persone che ti rendono felici. A me rende felice:
  1. VEDERE I MIEI NONNI CHE VIVONO LONTANO E NON STANNO BENE, HO PAURA DI PERDERLI E INFATTI TUTTO IL TEMPO CHE PASSO CON LORO È IMPORTANTE.
  2. QUANDO VEDO I MIEI ANIMALI A CUI VOGLIO BENE E CHE MI RENDONO FELICE
  3. LE AMICHE QUELLE VERE CHE CON UNO SGUARDO O UNA PAROLA MI RENDONO FELICE E MI STRAPPANO UN SORRISO.
  4. LA FAMIGLIA
  5. LA MONTAGNA DOVE MI SENTO LIBERA, LA MIA ORIGINE.
  6. L’AMORE CHE FA SOGNARE MA ANCHE SOFFRIRE, L’AMORE È PIENO DI OSTACOLI MA RIMANE IL SENTIMENTO PIÙ BELLO DEL MONDO.
  7. IL NUOTO, LA MIA PASSIONE, DOVE MI SFOGO E DOVE FACCIO VEDERE CHI SONO DAVVERO.   


Cosa mi fa felice? …
Ma prima di tutto cosa si intende per felicità. Potrebbe essere intesa come poter rivedere una persona dall’aldilà ma poi proveresti il dolore di riperderla. Oppure qualcuno che colma un vuoto lasciato da un altro ad esempio le mie cuginette e il mio cane hanno ‘sostenuto’, senza saperlo, quando mio nonno se ne è andato. O quando riesco a fare un esercizio e si prova soddisfazione ma anche quando puoi liberarti dallo stress grazie ad uno sport.
Poi quando mi chiudo in me stessa ma dopo giocando e stando insieme a chi mi vuole veramente bene penso:’’ ma come ho fatto a stare da sola con intorno tutte queste persone che mi vogliono bene?’’ e solo in quei momenti che capisco cosa vuol dire felicità!
Ma ora rileggendo questa riflessione penso che svolgere un esercizio e liberarsi dallo stress non è vera felicità, quella che viene dal cuore, mi sento solo entusiasta. Ora, così su due piedi dico che questo è quello che penso sia la felicità, puoi dirlo in tanti modi ma alla fine è sempre uguale!


A volte penso che la vita sia una sola e bisogna viverla con felicità; ognuno di noi ha qualcosa che nella vita lo rende felice. Secondo me la vita è una cosa bellissima e se si vive male, quella non è una vita. Una cosa che mi rende veramente felice è rendere felice gli altri: mi piace vedere le persone, i miei amici ridere. Un’altra cosa che mi rende felice è avere tante persone che mi stanno sempre accanto, mi piace quando le persone che mi vogliono bene, mi aiutano e mi coccolano. Mi piacciono la musica e il tennis, perché mi rendono felice, mi aiutano sempre ad andare avanti, perché fanno parte della mia vita. La musica perché è sempre nella mia testa. È un suono che riesce a farmi sempre sorridere anche quando magari la giornata è andata male. Il tennis perché ci sono delle persone che mi aiutano a capire e mi insegnano cose nuove. Nella vita di ognuno ci sono sempre delle persone che ci aiuteranno ad andare avanti anche nei momenti più difficili e nella mia vita ne ho incontrate tantissime a cui voglio veramente bene e non  dimenticherò mai.
ASPETTIAMO ANCHE LE VOSTRE RIFLESSIONI…COSA TI RENDE FELICE??

Dalla redazione del giornalino

Il Natale
Riflessione sul natale
di Marco Porcino
Il Natale non è solo un giorno speciale da festeggiare, ma soprattutto uno stato d’animo.
Deve portare tra la gente pace e buoni propositi, essere pieni di speranza significa avere il vero spirito natalizio.
Se pensiamo a queste cose, dentro di noi rinascerà lo spirito del Salvatore e su di noi brillerà il raggio di una nuova stella che porterà una luce di speranza sul mondo intero.
Non importa dove tu sia, basta che tu sia con la tua famiglia perché è questo lo spirito del Natale non i regali e il banchetto, ma la famiglia.
http://whatstylewant.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/11/natale.jpg

Dalla redazione del giornalino

Ricette di natale
di Sara Mastrangelo
Renne cioccolatose
Ingredienti per 2 renne:
2 dolcetti bombati (tipo Camilla)
100 g di zucchero a velo
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di burro fuso
1 cucchiaino di cacao amaro
50 g di cioccolato
Caramelle
Marmellata
Procedimento:
Scaldare il miele col burro e 1 cucchiaino di acqua.
Unire il cacao con un po' di zucchero a velo. Impastare e coprire la pasta con la pellicola per un'ora. Dividerla in due e stenderla sul piano spolverato di zucchero a velo. Rivestire le due Camille. Poi, disegnare quattro corna sulla carta forno. Sciogliere il cioccolato e versarlo in un conetto di carta forno chiuso con la spillatrice.
Riempire il disegno delle corna col cioccolato e mettere in frigo per venti minuti. Attaccare occhi e bocca con la marmellata.





Mini muffin di auguri
Ingredienti:
1 confezione di preparato per torta margherita 
250 g di zucchero a velo 
1 albume 
Succo di 1 arancia 
Coloranti alimentari a piacere
Soggetti natalizi   Pastiglie  confettini di zucchero 
Procedimento:
Aprire la confezione e versare il preparato per torta margherita negli stampi da mini muffin, oppure in ventiquattro pirottini di carta piccoli, disposti su una placca, riempiendo i contenitori fino a due terzi. Mettere gli stampi in forno già caldo a centottanta gradi e cuocere per circa quindici minuti, finché le tortine saranno dorate. Far raffreddare le tortine negli stampi.
Mescolare in una ciotola l'albume con lo zucchero a velo e il succo di arancia, fino a ottenere una   glassa soda e lucida.  Spalma tre quarti di glassa sulle tortine raffreddate e sformate (se ha usato pirottini colorati o comunque decorativi, lasciare le tortine nei loro pirottini).
Versare nella ciotola qualche goccia di colorante alimentare per tingere la glassa rimasta e mescolare il tutto.  Mettere la glassa colorata in una siringa grande senza ago e scrivere '"Buon Natale", o un altro augurio, su un foglio di carta da forno; fare asciugare le lettere e attaccare su 10 tortine (una ciascuna), incollandole con una punta della glassa tenuta da parte.
Guarnire le tortine rimaste con soggetti natalizi commestibili, confettini e pastiglie colorate di zucchero. Per un risultato ancora più veloce, in alternativa alla glassa, spalmare i dolcetti con panna spray pronta al momento di servire, e decorarli con soggetti di zucchero o marzapane.



Palle di neve al cioccolato
Ingredienti per 8 palline: 
60 g di biscotti
100 g di cioccolato fondente al 75 per cento
40 g di burro
4 cucchiai di panna da cucina 
1 cucchiaio di miele
Granella di zucchero
Procedimento:
Versare in un tegamino il cioccolato con il burro, il miele e la  panna e farli sciogliere girando sul fuoco molto basso. Quando il composto diventa cremoso unire anche i biscotti sbriciolati e amalgamarli bene al resto.
Mescolare e lasciare raffreddare a temperatura ambiente. Quindi preparare otto palline, infilate all'interno otto nastrini metallizzati e rotolarle nella granella di zucchero. Tenerle in frigorifero per farle solidificare fino al momento di servirle in  tavola.


Dalla redazione del giornalino






Bisogna sapere che quella di festeggiare il Natale è una tradizione che risale, per i cristiani, circa all’anno 0; per essi infatti quella data indica la nascita del Salvatore.
Ad oggi il Natale è la festa più celebrata nel mondo.
Ma come si festeggia il Natale nel mondo?
IN RUSSIA

In Russia non esiste la tradizione di Babbo Natale, ma alcuni folletti portano i doni, non il 25 dicembre, ma il 7 dicembre (il giorno in cui in Italia, soprattutto a Milano, si festeggia Sant’Ambrogio).
I bambini russi i giorni prima di Natale costruiscono una sorta di culla e la riempiono di paglia; è lì che i folletti porteranno i loro doni. Sempre in quei giorni si racconta una storia tradizionale russa. Essa parla di una vecchia signora, Babucka, che accoglieva sempre i viaggiatori che passavano davanti a casa sua. Una fredda mattina invernale, bussarono alla sua porta tre signori riccamente vestiti che la pregarono di ospitarli. Babucka offrì loro un po’ di pane nero e una tazza di tè e li fece dormire nel suo letto. Il giorno dopo, quando si svegliarono, la donna chiese loro il motivo del viaggio e gli stranieri le risposero: «Siamo tre re Magi e veniamo da Oriente; stiamo seguendo una stella che ci guiderà verso Gesù Bambino». «Come mi piacerebbe venire con voi!» esclamò la vecchia, ma non poté unirsi subito ai suoi ospiti. Babucka si mise in cammino un po’ più tardi, portando in dono a Gesù un pezzo di pane nero, sua unica ricchezza. Non sapeva però in quale direzione andare… e si dice che la nonnina sia ancora in viaggio, nonostante siano passati tanti anni, a cercare notte e giorno, in ogni angolo della terra, Gesù Bambino.   

In questo paese orientale la maggior parte delle persone delle campagne cinesi non celebra il Natale e forse non ne ha mai neanche sentito parlare. La cosa strana è che la maggior parte degli abeti di plastica del mondo, e le decorazioni natalizie sono fatti proprio in Cina, ma la gente che li fa non sa perché! In Cina tuttavia al Natale si sostituisce la festa dell’anno nuovo cioè una carovana variopinta caratterizzata da draghi cinesi rossi. In fondo alla carovana si celebra il Dan Shen Lao Ren, una moltitudine di bambini che cantano in coro per benedire la città dove abitano.

CIBI NATALIZI
Vediamo ora quali sono le specialità culinarie di Natale nel mondo!
TACCHINO: un piatto natalizio dei paesi del nord America, Regno Unito e Irlanda
LA PAVLOVA: è una torta a base di meringhe tipica dell’Australia e della Nuova Zelanda
L’ANATRA: tipica dell’Austria e della Danimarca e sostituisce il tacchino
IL RISALAMANDE: budino di riso, mandorle, panna e farcito con salsa di ciliegie tipico della Danimarca
IL PUDDING: fatto di frutta fresca, spezie e zucchero tradizionale del Regno Unito
LA CARPA: in genere fritta è il piatto principale della Repubblica Ceca
IL GLOGG: si tratta di un tipico vino caldo speziato con il quale si cuoce il maiale in Irlanda del Nord
LE TAMALES: in Messico Portorico ed Honduras sono fatte di pasta di mais, carne e vegetali bolliti
LO ZABAIONE: è a base di latte, uova e rhum ed è servito in Canada, e negli Stati Uniti
IL PROSCIUTTO: è la carne scelta dalla Finlandia insieme a un buon vin brulè
IL MAIALE ARROSTO: è accompagnato da cioccolata calda ed è tradizione di Honduras e Filippine
IL BACCALA’: accompagnato da cavolo bollito, patate, uova, ceci e cipolle lo troverete sulle tavole delle famiglie del Portogallo
BUCHE DE NOEL: un tipico fagotto al cioccolato tradizionale della Francia
CAFENION: una torta a base di mandorle servita calda e ricoperta in seguito di marmellata troneggia sulle tavole in Grecia
IL TURRON: è simile al Torrone è un dolce tipico della Spagna
ROSCON DE REYES: uno dei dolci più antichi delle feste natalizie preparato con fichi, datteri miele e fava ricoperto da zucchero. Si può trovare in Spagna
KEEL HERNESTEGA: piatto in genere servito con il rafano composto dalla lingua di bue tipico dell’Estonia
FRIETJI: è un antipasto dolce salato composto da una fetta di pane sul quale viene spalmato il burro d’arachidi e successivamente gratinata con semi di datteri. Si gusta in Olanda
EINTOPF: diversi tipi di carne, verdure e patate bollite che si gustano la sera della Viglia di Natale. Si può trovare questo piatto in Germania
KERA: tipici cioccolatini con un cuore di mandorle rivestiti di miele che si possono trovare in Slovenia
BALCAN: zuppa di legumi che ognuno può condire con salse varie, tipica dei paesi balcani
AJIACO: zuppa di pollo fatta con più di quattro tipi di patate servita con capperi e panna tipica del Sud Americas
ASADO: una carne alla brace molto cotta servita in Argentina

Dalla redazione del giornalino



Natale in Corea del Sud
Il Natale, celebrato il 25 di dicembre in commemorazione della nascita di Gesù, è una festa considerata globale, mondiale e condivisa da quasi tutti.
Tuttavia ogni paese ha la sua cultura, un suo modo di viverlo e quindi cambiano completamente le caratteristiche della festa.
In Corea del Sud, il mio Paese di origine, il Natale si celebra diversamente dall’ Italia: le Chiese sono decorate con le luci per questo molte persone le visitano, anche gli atei.
I coreani festeggiano fuori da casa e passano un po’ di tempo con gli amici.
Tutti i negozi e i ristoranti coreani sono aperti e le persone comprano i regali, giocano con gli amici, mangiano nei ristoranti per festeggiare.
I coreani non hanno l’usanza di fare regali ai bambini a Natale perché di solito si danno a Capodanno.
Anche i bambini coreani decorano le case con alberi di Natale, credono in Babbo Natale (산타 할아버지) e ricevono i regali.
Eun Kyu Woo


Dalla redazione del giornalino

Natale al Rockefeller Center
di Guglielmo La Bella
(New York)
Non c’è Natale a New York senza il gigantesco albero di Natale di Rockefeller Center.  La cerimonia di illuminazione dell'albero è una tradizione della città di New York che va avanti dal 1933.  È  in genere un pino norvegese. Deve essere alto minimo 65 metri.
L’ albero viene scelto con largo anticipo, con una ricognizione in elicottero e viene portato al Rockefeller Center i primi di dicembre.   
Per decorare l’albero di Natale del Rockefeller Center ogni anno vengono utilizzati più di cinque chilometri di luci.
La cerimonia di accensione generalmente si svolge il mercoledì successivo al Giorno del Ringraziamento. Dopo la prima comparsa di Santa Claus durante la parata del Thanksgiving Day di Macy's, nella piazza del Rockefeller Center viene ufficialmente inaugurata la stagione natalizia.
L'albero di Natale rimane generalmente illuminato fino al giorno dell'Epifania.
Rockefeller Center: la cerimonia per l'accensione dell'albero di Natale



Dalla redazione del giornalino

Il Natale!!
Di Ludovica Robbe
Il Natale è un’importante festa per i cristiani, il 25 di Dicembre si festeggia la nascita di Gesù Cristo, per la maggiore parte delle chiese. Adesso il Natale si celebra in modo molto diverso da prima perché ci sono molte più portate, si consuma di più…Ci sono anche molte più tradizioni come ad esempio creare un presepe, oppure l’albero di Natale…
Molte persone credono che a Natale ci sia un uomo chiamato Babbo Natale che porta ai bambini di tutto il mondo, grazie a una slitta, tantissimi regali tenuti in un grande sacco. Ci sono state molte storie su Babbo Natale, che poi si sono diffuse in tutto il mondo, ma non si sa se sia veramente esistito.






Babbo Natale!!!!

Il presepe fatto a mano
Il presepe è la riproduzione della nascita di Gesù. È formato da statuine che raffigurano i diversi personaggi che stavano assistendo alla nascita di Gesù Cristo; in mezzo al presepe c’è la capanna in cui è nato Gesù e a Natale dentro alla mangiatoia della capanna si mette Gesù.

domenica 14 dicembre 2014

Nonna Gina

Vi propongo la lettura di un tema comico prodotto da un alunno di 2^C
Prof. Maria Sala


Al mare con nonna Gina succede di tutto. La nonna non è molto saggia ,infatti vuole avere una risposta per ogni cosa. Invece dovrebbe avere per ogni cosa, una domanda .Ma Gina ha sempre ragione , è fatta cosi !E chi la può cambiare?
Nelle ultime vacanze trascorse con lei, durante un pomeriggio al mare il piccolo Giorgino si ustionò per troppo sole. La nonna preoccupatissima, iniziò a mettergli crema su crema e poi ancora crema ,in quantità industriale. La pomata penetrava a vista d’occhio ,entrava nella sua pelle come una goccia di acqua sulla sabbia nel deserto.
A quel punto la nonna iniziò con i suoi sproloqui e disse: “Tua madre non ti cura la pelle, guarda come è disidratata, in questa vacanza io diventerò la migliore amica della tua pelle! ” La nonna Gina ci tiene molto alla sua pelle non solo a quella di Giorgino ,ma anche a quella delle sue amiche che massaggia con grande cura e con prodotti di alta qualità.
Per fare una cosa proprio fatta bene , decise di rimettere ancora un poco di quell’ intruglio maledetto sulla pelle di quel povero bambino .Invitò a presenziare allo show anche una sua cara amica. Anche lei piena di saggezza ed esperienza, anch’essa ci tenne a sottolineare come le donne moderne non siano in grado di prendersi cura dei propri figli.
Giorgino si trovava in mezzo a due vecchiette, trasformatesi in due streghe. Gli apparivano con quel tremendo cappello a punta nero, un enorme pelo nero sulla punta del naso ed infine vedeva in lontananza, un pentolone pieno di intrugli maleodoranti.
Fu veramente un supplizio per Giorgino quella sera ,che oltre provare un dolore pungente a causa dell’ustione, si ritrovava con le due streghe intorno ,era diventato una cavia senza via di fuga. AIUTOOOOO!!!!
Dopo essere stato pulito, oliato e bendato come una mummia le due esperte e soddisfatte nonnine spedirono a letto lo stremato Giorgino.
Al mattino seguente dopo essersi liberato dalle bende ed avere infilato le ciabattine, unica condizione per poter camminare in quella casa, le due signore si diedero alla pulizia dei pavimenti, enormemente danneggiati dagli estratti oleosi dei fantastici prodotti e quindi giù di cera e teli sui divani per ristabilire l’ordine e l’immacolata pulizia della dimora. Giorgino non potendone più delle due signore impazzite, decise di andare in spiaggia e farsi subito un bagno in mare. Non potete immaginare cosa diventò l’acqua appena si immerse. Bolle , bollicine ovunque, nel mare, sulla sua pelle ,nei suoi capelli. La nonna e la sua amica gli avevano messo litri di sapone liquido, pensando fosse crema preziosissima e medicamentosa e per fortuna che indossavano entrambe gli occhiali.
Anche i pesci stavano lontano da Giorgino e le persone vicine si allontanavano per paura che avesse una malattia altamente infettiva . Ci vollero due giorni per togliere quel sapone dalla pelle del povero fanciullo e almeno una settimana affinchè  lo sventurato venditore di creme potesse riprendersi dagli insulti della nonna Gina che ovviamente aveva incolpato lui per l’errata vendita della “crema”.

giovedì 11 dicembre 2014

LA STORIA DI ADAM

Vi propongo la lettura di una storia semplice, una storia che può assomigliare a ciascuno di noi: un timido protagonista che vorrebbe riuscire a comunicare al meglio con un mondo che lo affascina ma che lo spaventa...
E proprio perché la ricerca del modo migliore per esprimere se stessi accomuna un po' tutti, grandi e piccini, il racconto è stato scritto a due mani: la prima parte è mia mentre la seconda è di un alunno di II C, composta durante un compito in classe.
Buona lettura,
Prof. Maria Sala


Racconto iniziato dalla prof. Sala e completato da un alunno di II C

All’ombra del Big Ben, in un appartamentino piccolo ma curato, Adam era impegnato in una ricerca folle e disperata. Dal corpo esile, efebico e minuto, il viso del giovane ragazzo rappresentava tutta la sua forza; lo sguardo diretto, tagliente, unito ad una fronte liscia e sicura, conferiva un’espressione di pacata fierezza a quei lineamenti così delicati. Nella camera, abitata da vecchie librerie polverose, Adam era chino su spartiti e partiture musicali; mille fogli scarabocchiati affollavano la scrivania  e mille suoni occupavano la mente del ragazzo, tanto da renderlo distratto al mondo esterno, al rumoreggiare del traffico, ai rintocchi dell’imponente orologio che segnavano lo scorrere del tempo, alle chiacchiere festose dei passanti nella via. Voleva, follemente voleva trovare una nota perfetta; non gli bastavano le sette note musicali, voleva qualcosa di diverso per esprimere ciò che aveva nell’animo e ciò che aveva imparato osservando il mondo contemporaneo, così fulmineo, veloce, a volte spietato. In questo ardore le ore passavano, passano i giorni, le settimane e le stagioni si susseguivano, senza che Adam quasi se ne accorgesse, immerso in percorsi identici e labirinti senza soluzione.  Finché un giorno una rondine si posò sulla piccola finestra in legno decorata con tende delicate ornate di ciliegine rosse;  il tenero animaletto del cielo proveniva da chissà dove, quel che è certo è che aveva viaggiato a lungo prima di arrivare a Londra in vista della stagione calda. Lieto di aver trovato un angolo riparato, si ricompose le piume e intonò un canto soave che raccontava la sua storia: dei mari e delle montagne che aveva attraversato, dei profumi che aveva conosciuto, dei pericoli che aveva scampato. Era un canto ricco e felice, orgoglioso e libero.  Adam per la prima volta si fermò, rapito dal suo mondo confuso. Si voltò lentamente, come emergendo da un sogno e si sentì frastornato. Che cosa lo aveva colpito così delicatamente ma al contempo in modo così potente quasi da farlo sussultare? Che cosa  lo richiamava irresistibilmente come il canto delle sirene? Si alzò e seguì la melodia fino alla finestra; spostò la tenda facendo tremare di paura il povero uccellino che, ridotto quasi in fin di vita dallo spavento, non ci pensò due volte a volatilizzarsi. Adam lo vide mentre sgraziato e sconvolto riprendeva la via del cielo e si accorse per la prima volta che l’atmosfera plumbea e nebbiosa tipica della città aveva lasciato spazio ad un azzurro intenso, a tratti scherzosamente ravvivato da nuvolette bianche e dalle linee morbide.  Fu allora che capì. Quasi come se il racconto sul mondo dell’ignaro uccellino gli avesse sussurrato inconsciamente qualche idea Adam provò l’irrefrenabile impulso di uscire. Sì ,  voleva  uscire,  vedere,  scoprire. Decise di partire e quasi meccanicamente riempì la vecchia valigia rossa in pelle, eredità del nonno materno noto esploratore britannico,   e dopo uno sguardo distratto al piccolo appartamento, che gli parve per un attimo ancor più angusto, si avvicinò alla porta di casa. Si fermò un istante sull’uscio, sospirò, strinse la valigia in un pugno saldo e pallido allungò la gracile gamba destra. Fu così che sentì la porta chiudersi cigolando dietro di sé e il vecchio pavimento in legno del corridoio del palazzo scricchiolare ad ogni passo. Forse solo viaggiando avrebbe scoperto ciò che tanto desiderava: avrebbe cercato nel mondo la nota perfetta.
                                                                            (continua tu………….)

Adam fuori nel mondo che cosa poteva fare? Da dove poteva iniziare la sua avventura? All’ improvviso, fuori da quel palazzo, si ritrovò in mezzo a mille suoni, gli sembravano un po’ rumore e un po’ musica ma comunque tutti assordanti. Chiuse gli occhi ed immaginò di essere in mezzo ad una banda con strumenti che emanavano dolci note ed altri che gli spezzavano i timpani. Adam non era sicuro di riuscire ad affrontare tutti quei colori, quel chiasso e soprattutto quella vita, ma doveva farlo, lo sentiva dentro nella sua anima che quella sarebbe stata la scelta giusta. Prese tutta la sua forza ed iniziò il suo cammino per la grande città. Si fermava ad ogni movimento sconosciuto e ad ogni luce, osservava le persone come fossero stupide a correre in quel modo e si domandava: questa gente dov’è diretta? Per cosa si agita così tanto? Mentre la sua mente e i suoi occhi si incantavano nell’esplorare il mondo fuori dal suo, il tempo scorreva, sì, scorreva talmente veloce che arrivò il buio e lui si accorse di un bagliore davanti ai suoi occhi che sovrastava tutto il resto. Si  bloccò, guardò a destra e poi a sinistra, si girò su se stesso finché  si accorse che quella grande luce arrivava dall’alto, tanto in alto che dovette piegare il collo all’indietro per ammirare quella maestosa bellezza.  Era arrivato sotto il Big Ben, si ritrovò travolto da un’emozione senza descrizione quando il grande orologio iniziò a contare le ore e ancora di più quando sentì il cinguettio tanto famigliare dell’uccellino di casa. Adam era frastornato da tutte quelle immagini e da quei suoni percepiti in così poche ore ma era eccitatissimo per tutto quello che gli poteva offrire quel pazzo mondo. Dai rintocchi dell’orologio ne ebbe la conferma,  era per lui tempo di raggiungere il suo sogno: sentiva il desiderio vibrare nelle vene. Contento ed emozionato si recò in un’edicola e comprò una mappa, non gli erano molto chiare tutte quelle linee, cerchi, triangoli ma era sicuro che ci sarebbe riuscito. Come prima esperienza prese il treno e si spostò su e giù per tutto il paese scoprendo cose meravigliose. La musica percorreva tutto, paesi, persone animali e la natura, tutto era musica, si accorse che anche il silenzio era musica per le sue orecchie. Infine Adam decise di andare ad ascoltare la musica del mare, prese la sua valigia e si imbarcò sopra ad un peschereccio e lì iniziò la sua vera scoperta. Il ragazzo trascorse giorni e giorni in mare e mai si stancò di quel suono, la nota del mare, quella melodia dolce che però poteva diventare aggressiva, a volte malinconica, a volte allegra, quelle note erano vita. Adam capì che quello che stava cercando, l’ottava nota, era esattamente quello che stava vivendo: il mare era l’ottava nota con tutto quello che può darti. La musica che crea il mare è vita, passa dalla tranquillità alla burrasca, può darti amore ma anche odio; ma in fondo è proprio questa misteriosa pienezza a rendere il suo suono così affasciante. Compreso questo Adam imparò ad avere il coraggio di accettare la gioia e la paura non smettendo più di navigare e di percorrere la vita in lungo e in largo.