lunedì 12 dicembre 2011

Alluvione


Un altro racconto per voi
Prof. Maria Sala



A Grosseto, nel 1966, piovve talmente tanto che il fiume Ombrone straripò e sommerse la città.
Tutte le strade erano piene d’acqua e la mia mamma aveva solo sette anni e proprio per questo motivo, non capiva la gravità della situazione.
Infatti, si spaventò perché una sera l’autista di mio nonno andò a prenderla a scuola e per non farla bagnare la caricò sulle spalle come un sacco di patate e la portò in macchina per accompagnarla a casa.
Durante quei difficili giorni i miei nonni, i miei zii e la mia mamma mangiavano cibo in scatola e latte a lunga conservazione perché i negozi di alimentari erano allagati e quindi inaccessibili.
Mio nonno, veterinario provinciale, era accompagnato da militari in giro per le campagne per esaminare le carcasse di animali morti per l’alluvione e organizzare che fossero seppelliti in modo tale da evitare che si scatenassero epidemie.
Una mattina mia nonna portò la mia mamma sulle mura della città; qui videro gli arcieri di Grosseto che scoccavano verso le case di fronte delle frecce con attaccate delle corde attraverso le quali venivano poi passati i viveri alle persone rimaste bloccate dall’alluvione.
Per la mia mamma questa catastrofe fu uno degli eventi più impressionanti della sua vita.
                                                                                                               Un alunno di 2^C

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo....
Un alunna di 2C

Anonimo ha detto...

che bello !

Maki Oddo 2C