Trentadue anni di San Giuseppe
Da trentadue anni, tutti i giorni, varco il cancello di Via Volta e salgo quei 10 gradini!
Ricordo ancora la prima volta, era Novembre, mi venne incontro un distinto signore con i capelli grigi e gli occhiali da lettura abbassati sulla punta del naso che mi guardava come se volesse studiarmi.
Per chi l’ha conosciuto, si trattava del “mitico Voltan”, una persona straordinaria che subito mi affrontò con piglio deciso per chiedermi chi o cosa stessi cercando. Dopo aver spiegato che ero stata contattata per una supplenza, mi fece un sorriso e mi accompagnò nelle salette della portineria di Via Monti e Tognetti, dove allora c’erano la segreteria e lo studio del Rettore. Seppi più tardi che Voltan sorrise perché era stato lui stesso a fare la telefonata e fu proprio per questo motivo che in seguito prese l’abitudine di chiamarmi: la sua creatura.
Mentre lo seguivo lungo il porticato, sentivo chiaro e distinto quello che io chiamo il suono della scuola, un mix di voci che si percepiscono in modo lieve e ovattato, con qualche punta di maggiore intensità, determinata dalla voce di qualche insegnante, sostanzialmente un “suono vivo”. Dopo pochi minuti ero già in classe e Voltan…………fuori dalla porta per capire se sarei stata in grado di mantenere un clima di lavoro adatto!!
Ripensandoci credo che questi trentadue anni siano stati possibili grazie a quei 10 minuti!
In questo modo è iniziata la mia avventura in Collegio. Conservo nel cuore e nella mente, ricordi di persone, situazioni ed eventi che hanno in qualche modo condizionato la mia esistenza.
I ricordi, soprattutto quando riguardano cose lontane, generalmente riaffiorano con un alone di positività, forse perché quando ricordiamo, epuriamo le nostre esperienze da tutto ciò che ci ha ferito o comunque fatto male, come se inconsapevolmente volessimo difenderci dal dolore e probabilmente è per questo che i miei ricordi del passato sono caratterizzati da sentimenti positivi.
Ricordo il Rettore, Don Achille, uomo intelligente, autorevole e con profonda passione educativa, che mi ha accompagnata e guidata nei primi anni, come si conduce un figlio, con affetto, saggezza e competenza, mai una parola di troppo, mai una parola in meno. Buona parte di ciò che sono oggi, quando mi trovo in classe, lo devo a lui.
Ricordo Voltan, uomo dal sapere incredibile, gli alunni potevano rivolgere a lui qualsiasi domanda e lui sapeva sempre trovare una risposta, ufficialmente credo fosse il segretario, in realtà ricopriva un ruolo molto più ampio.
Dietro la maschera di burbero si percepiva il grande amore per la conoscenza, per la scuola e perché no, anche per gli insegnanti, verso i quali aveva atteggiamenti che potevano apparire contraddittori perché poteva rivolgersi a me in modo brusco, ma dopo pochi minuti sfoderare un gran sorriso a dimostrazione dell’affetto che nutriva.
Gli ho voluto e gli voglio bene. Ricordo il preziosissimo aiuto di due donne meravigliose: la prof. Introzzi e la prof. Garbelli.
Dolce, materna, sempre sorridente e incoraggiante la prima; determinata, forte, decisa e capace di grande collaborazione la seconda. Molto diverse caratterialmente, ma entrambe animate dal desiderio di “dare”.
Potrei scrivere per giorni, ma forse è meglio lasciare che ognuno “senta” i propri ricordi e, se vorrà, condividerne alcuni con noi. Sono passati trentadue anni, ma la mattina, quando salgo quei 10 gradini sono ancora animata dallo stesso desiderio di conoscere, far conoscere e crescere.
Prof.sa Rusconi